Gigi Datome, dopo una ventina di giorni in Nba, presenta il suo personale bilancio dell'esordio con la maglia dei Pistons nel massimo campionato di basket al mondo. L'azzurro, che da star assoluta in Europa si trova ora a trascorrere molti minuti in panchina, si dice sereno e dimostra grande umiltà: "Aspetto il mio momento, senza fretta, cercando di farmi trovare pronto quando coach Cheeks mi chiama in causa. Non posso fare diversamente".
Gigi, che in quest'avvio di stagione sta segnando una media di 3.3 punti a partita, si trova in una squadra dal grande potenziale, con giocatori validi soprattutto sotto canestro, ma per ora piuttosto discontinua: "Il nostro problema sono i troppi alti e bassi: a volte sembriamo una squadra di alto livello, poi improvvisamente caliamo. Ma è normale, siamo una squadra nuova, con tanti giovani e in molti, come me, hanno saltato tutta la preseason". Anche nella partita di questa notte a Los Angeles, Detroit ha dimostrato per molti minuti di poter giocare alla pari contro i Lakers, finendo poi per disunirsi nel finale: "E' stato un peccato - prosegue Datome - perchè stavamo giocando bene. Poi nel terzo quarto loro hanno avuto un approccio decisamente migliore e hanno acquisito quel vantaggio che gli ha consentito di gestire fino alla fine".
Pur avendo giocato soltanto 6 minuti senza trovare la via del canestro, nella notte Datome è stato supportato da un tifo speciale: il fratello e il cugino sono arrivati direttamente dalla Sardegna, con tanto di bandiera dei quattro Mori, per seguire la partita contro i Lakers. Per Gigi, quello allo Staples Center di stanotte è stato un ritorno, qui aveva infatti assistito dagli spalti alle Finals del 2010 dei Lakers contro i Boston Celtics: "Non avrei mai detto che sarei tornato qui da giocatore. Certo, questa non era una finale, ma giocare in questi palazzetti contro queste squadre anche solo per pochi minuti è un sogno".