La coerenza supera la tradizione: i Golden State Warriors potrebbero saltare la classica visita delle squadre campioni nello sport americano alla Casa Bianca. I californiani, che nella notte hanno conquistato il secondo titolo NBA negli ultimi 3 anni, non saranno dal presidente Donald Trump il prossimo autunno: secondo il network NBC, i giocatori e lo staff tecnico avrebbero deciso all'unanimità di rifiutare l'invito del presidente.
Una voce subito smentita da fonti ufficiali della franchigia: Joe Lacob, uno dei proprietari, ha dichiarato a ESPN che la squadra andrà alla Casa Bianca, poi eventualmente saranno i giocatori a decidere. Successivamente è stato diffuso un comunicato: "Non abbiamo ricevuto alcun invito dalla Casa Bianca, prenderemo delle decisioni quando e se necessario".
Da quello che filtra però i Golden State Warriors, che due anni fa andarono a Washington per incontrare e salutare Barack Obama, tra l'altro grande appassionato di pallacanestro e poi amico della stella Stephen Curry, avrebbero preso una decisione di spogliatoio assolutamente politica e in linea con quanto espresso da sempre da coach Steve Kerr e dallo stesso Curry, contrari alla linea tenuta dal presidente Donald Trump. Quello dei Warriors vuole essere un chiaro segnale di critica per le politiche ritenute discriminatorie messe in atto dal successore di Obama.
Sarebbe la prima volta che si attua un "ammutinamento" di squadra visto che i New England Patriots, vincitori dell'ultimo SuperBowl NFL, andarono da Trump pur senza 6 giocatori tra cui la stella Tom Brady.