Un mese fa l'Nba aveva, di fatto, costretto al ritiro forzato Chris Bosh, fermo da un anno per problemi di coagulazione del sangue. Questa notte i Miami Heat hanno annunciato ufficialmente il suo taglio dalla squadra con un comunicato. Il presidente Pat Riley ha voluto salutare e ringraziare in prima persona il 33enne di Dallas promettendo di ritirare la sua maglia numero 1: "Non vedo l'ora di poterla vedere tra gli stendardi della nostra arena".
Sbarcato da Toronto a Miami nell'estate del 2010, Bosh ha vinto due titoli Nba con gli Heat (2012 e 2013). Nella stagione 2014-2015 comincia il suo calvario: a febbraio gli vengono riscontrati dei coaguli di sangue all'interno dei polmoni e finisce sotto i ferri chiudendo anticipatamente l'annata. Nel 2015-16 rientra da protagonista ma si ferma per un problema al polpaccio. Lo stop si allunga più del dovuto ed è lo stesso Bosh a dover fare chiarezza ammettendo che il problema di coagulazione del sangue si è ripresentato. Nell'ultima stagione l'undici volte All-Star non riesce mai a scendere in campo. A giugno l'Nba, ascoltati i medici, ha decretato la fine della carriera di Bosh per salvaguardarne la salute oltre a non mettere a repentaglio la vita stessa.
Gli Heat hanno dichiarato di aver tagliato il giocatore, liberando così 34 milioni di dollari dal salary cap. Un modo per recuperare spazio e arruolare free agent. Pat Riley, presidente di Miami, ha rilasciato una lunga nota ufficiale di saluto e ringraziamento: "Chris ha cambiato la sua vita e la nostra quando è approdato a Miami, ha cambiato le nostre vite in meglio, come mai ci saremmo aspettati quando l'abbiamo accolto qui – si legge -. Saremo per sempre in debito con lui per come ha trasformato la nostra squadra e per come ha contribuito alla causa per le quattro apparizioni consecutive alle NBA Finals tra il 2011 e il 2014 e per i due titoli del 2012 e del 2013".
Infine un gesto significativo, il ritiro della maglia numero #1 indossata da Bosh in questi anni: "Chris è senza dubbio uno dei migliori giocatori di sempre nella storia della nostra franchigia, tant'è che il suo numero 1 non verrà mai più indossato da nessun altro. Non vedo l'ora di poter vedere la sua maglia tra gli stendardi issati al soffitto della nostra arena. Oggi è un giorno di svolta per tutti ma bisogna andare avanti: auguro a Chris, alla moglie Adrienne e a tutta la sua famiglia il meglio - conclude -. Faranno parte per sempre dalla famiglia degli Heat".