"Per cinque anni sono stato dipendente dai farmaci, ma l'unica cosa che mi ha veramente liberato dal dolore è stata la marijuana". A scuotere il mondo della Nba è Jay Williams, ex playmaker dei Chicago Bulls e oggi opinionista per Espn: "Attualmente circa l'ottanta percento degli atleti che militano in questa lega fanno uso di cannabis, e a mio avviso il compito della Nba dovrebbe essere quello di mettersi al passo coi tempi ed evitare di demonizzare questa cosa con multe e squalifiche".
Già, perchè nel basket professionistico americano i controlli sono rigorosissimi, e se un giocatore viene trovato positivo alla marijuana rischia venticinquemila dollari di multa e una squalifica di cinque partite. E Williams, rimasto vittima nel suo anno da rookie di un terribile incidente in moto che ne ha stroncato la carriera, chiede più comprensione per i giocatori: "A questi livelli gli stress mentali e fisici sono tantissimi, quindi non vedo nulla di male nel far uso di sostanze naturali piuttosto ad antibiotici come il Percocet".
Recentemente anche Cliff Robinson (ex centro dei New Jersey Nets, 19 stagioni nella Nba) ha voluto dire la sua sull'argomento, lui che per due volte in carriera è stato sospeso dall'ex commissioner David Stern dopo essere stato trovato positivo al test della cannabis