E' un Kobe Bryant totalmente inedito quello che si confessa davanti alle telecamere di Gotham Chopra, l'uomo che ha firmato "Muse" il documentario in cui l'asso dei Los Angeles Lakers riflette sulla vita e sulla carriera durante il percorso riabilitativo dopo l'infortunio al tendine d'Achille. Un momento molto profondo è quando Kobe parla del rapporto con la moglie Vanessa, un legame messo a durissima prova nel 2004 quando il giocatore fu accusato di stupro da parte di una cameriera in un hotel in Colorado.
"Stavamo aspettando il nostro secondo figlio durante quel periodo e c'era così tanta tensione e tanto stress che lei ebbe un aborto spontaneo, perse il nostro bambino. E' qualcosa di davvero terribile, è molto difficile ripensare a questa cosa, mi sentivo l'unico responsabile", ha detto Bryant nel segmento del documentario intitolato '2004', quando appunto ci furono le audizioni in tribunale per il caso di stupro, poi insabbiato perchè l'accusatore si rifiutò di testimoniare.
Kobe ha anche aggiunto: "La realtà è che tutto ciò è avvenuto a causa mia. E' una cosa cui devo fare i conti ogni giorno, me la porterò dentro per sempre". L'asso dei Lakers ha inoltre lodato Vanessa perchè, potendo lasciarlo e sfilargli metà del suo ingente patrimonio, ha deciso di restare al suo fianco.