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“A volte non c’è bisogno di dire ciò che è noto”, dirà LeBron nel post partita dei Cavs contro i Lakers. Basta un abbraccio a sottolineare un rispetto reciproco che i 20mila della Quicken Loans Arena applaudono a scena aperta, omaggiando Bryant con un “Ko-be, Ko-be” da brividi. L’ultima sfida tra i due più grandi cestisti degli anni Duemila, per quanto mai rivali per un anello Nba, va a King James (29 punti), ma nell’ennesima annata no dei Lakers il 120-111 finale fa solo da cornice al saluto a Bryant (17 punti).
In secondo piano, dunque, anche l’undicesimo successo di fila dei Warriors che vincendo a Phoenix 112-104 con 26 punti di Curry allunga a 48-4 il record da inizio stag ione. Faticano invece più del previsto gli Spurs d i Duncan, costretti alla rimonta per battere Orlando: senza Ginobili e Parker, ci pensano i so liti Leonard (29 punti) e Aldridge (21) a guidare il quintetto texano al 98-96 finale sui Magic.
Vincono Belinelli e Gallinari, ma la prova degli azzurri è al di sotto delle ultime apparizioni in maglia Kings e Nuggets: la guardia ex Toronto mette a referto 6 punti in 23 minuti nel 114-110 di Sacrame nto a Philadelphia, me ntre il Gallo ne segna 15 ma con 3/14 dal campo nel 103-92 di Denver a Detroit. Ton fo Chicago, i nfine, che contro Atlanta perde (90-113) per la tredicesima volta nelle ul time 18 gare, complicandosi la vita nella corsa playoff, mentre Minnesota e Portland fermano rispettivamente Toronto e Houston.