Nba, playoff 2016: il titolo di Division non conta più

Pubblicato il 15 luglio 2015 alle 15:30:18
Categoria: Notizie Basket
Autore: Redazione Datasport.it

Non cambiano alcune regole e non ci sarà una nuova squadra ma la Nba opera un cambio importante per quanto riguarda i playoff, già a partire dalla prossima stagione. Le teste di serie non saranno più in base al titolo di Division ma la griglia sarà determinata solo dal record di ciascuna squadra: finora le prime 4 di ogni conference erano le tre vincitrici di Division, più quella col miglior bilancio.

"Sia il comitato di competizione che l’assemblea dei proprietari hanno raccomandato questo cambiamento. Abbiamo dato ai proprietari il tempo di discuterne con i loro proprietari, ma mi aspetto che questa nuova norma venga approvata", ha detto il Commissioner Adam Silver in un intervento a Las Vegas. Non è stato modificato il fallo sistematico su giocatori poco abili ai liberi, conosciuto come 'hack-a-Shaq': "Sappiamo di essere un prodotto televisivo, e i dati mostrano che la gente non cambia canale quando succede. E poi nei playoff il 75% dei casi ha riguardato due giocatori: DeAndre Jordan e Dwight Howard. Non possiamo cambiare una regola per due giocatori, anche perché non vogliamo mandare ai giovani il messaggio sbagliato. Ma continueremo a monitorare la situazione".

E nemmeno un cambio sul moratorium, il periodo tra l'inizio del mercato dei free agent e il giorno a partire da cui si possono firmare i contratti: il cambiamento era stato invocato negli ultimi giorni quando DeAndre Jordan, dopo aver dato la sua parola a Dallas, aveva poi fatto dietrofront firmando per i Clippers. "Nessuno ha capito come cambiarla. Forse potremmo accorciarla, ma pensiamo di essere sulla strada giusta. DeAndre Jordan non ha vissuto il suo momento migliore ma ha esercitato un suo diritto stabilito dal contratto collettivo", ha detto il Commissioner.

Sul rischio che nell'estate 2017 ci possa essere un nuovo lockout, con la possibilità che i giocatori decidano di uscire dall'attuale contratto collettivo, Silver si è detto ottimista: "Penso che l’obiettivo, sia per i proprietari che per i giocatori, sia quello di evitare ad ogni costi un nuovo lockout, forse anche che si discuta un nuovo contratto. L’Nba sta generando introiti molto più alti di quelli che avevamo previsto, e visto che li dividiamo al quasi 50%, più introiti significano più soldi per i giocatori sotto forma di contratti".