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Un ko tecnico. Così può essere definita la sconfitta dei Bulls a Miami in gara 2 delle semifinali della Eastern Conference. Chicago viene travolta 115-78 e incassa la peggiore sconfitta della sua storia nei playoff. Gli Heat campioni in carica rispondono così alle critiche arrivate dopo l'inatteso ko in gara 1: Ray Allen realizza 21 punti in appena 19 minuti, LeBron James ne aggiunge 19 (oltre a 9 assist), Norris Cole 18 e Dwayne Wade 15. Nonostante il pesante ko Marco Belinelli conferma il buon momento di forma mettendo a referto 13 punti (4 su 13 dal campo, 2 su 5 da tre, 3 su 3 dalla lunetta) e chiude la gara come miglior realizzatore dei Bulls.
La gara resta in equilibrio per quasi tutto il primo tempo, poi i campioni in carica cambiano marcia negli ultimi minuti del secondo quarto. Miami arriva all'intervallo avanti di 14 punti (55-41) e in avvio di ripresa prende definitivamente il largo. Finale di gara a nervi tesi: nell'ultimo quarto Noah e Gibson si fanno espellere e si fanno scappare qualche parola di troppo nei confronti degli arbitri mentre lasciano il campo. I Bulls, già decimati dagli infortuni, rischiano così di perdere per squalifica i due giocatori in vista di gara 3, in programma venerdì a Chicago.
Pareggiano i conti anche i Warriors, vittoriosi 100-91 a San Antonio in gara 2 delle semifinali della Western Conference. Klay Thompson mette a referto 34 punti e 14 rimbalzi e per una sera ruba la scena a Stephen Curry, che contribuisce comunque alla vittoria di Golden State con 22 punti e 4 assist. Agli Spurs non bastano i 23 punti di Tim Duncan e i 20 di Tony Parker. Per i Warriors si tratta della prima vittoria a San Antonio dopo 30 ko consecutivi: l'ultimo successo in casa degli Spurs risaliva al 14 febbraio 1997, 16 anni fa. La serie si sposta ora a Oakland, dove venerdì si giocherà gara 3.