Quello di ieri doveva essere l'incontro decisivo tra i proprietari delle franchigie e l'associazione giocatori a New York per scongiurare lo spettro del lockout. Ma dopo un weekend trascorso a discutere, nemmeno nella giornata di martedì le parti si sono avvicinate. La conseguenza è che l'Nba ha cancellato la preseason, 114 gare di preparazione, ma soprattutto ha sottolineato che se non verrà trovato l'accordo entro lunedì prossimo, verranno eliminate anche le prime due settimane di regular season. Una prospettiva più che probabile visto che al momento proprietari e giocatori non hanno in porgramma incontri: anzi, dopo l'ultimo meeting, pare che l'associazione giocatori non voglia riprendere i discorsi per almeno un mese.
Purtroppo, nonostante alcuni reporter americani parlassero di un piccolo avvicinamento, le due fazioni sono molto distanti sulla questione della suddivisione degli introiti (che la Nba genera tra vendita diritti televisivi, biglietti, parcheggi e sponsorizzazioni all'interno delle arene). Il precedente accordo collettivo, scaduto lo scorso giugno, prevedeva che i giocatori prendessero il 57% e i proprietari il 43%: con la crisi economica, la maggior parte delle franchigie è in perdita ed è stata costretta a chiedere prestiti. Ecco perchè i proprietari vorrebbero che la suddivisione fosse praticamente ribaltata: 53% a loro e 47% ai giocatori. Dal fronte giocatori hanno fatto sapere di non voler scendere sotto il 53% degli introiti. Quindi è tutto bloccato e la stagione è sempre più destinata a partire in ritardo e con grossi tagli.