Nba, Prigioni: "Ai Knicks meglio del previsto"

Pubblicato il 17 gennaio 2013 alle 10:52:00
Categoria: NBA
Autore: Redazione Datasport.it

Dopo 13 anni di carriera ad altissimo livello in Spagna, con svariati titoli vinti con la maglia del Baskonia, l'ex Tau Vitoria, ora Caja Laboral, il playmaker argentino Pablo Prigioni ha deciso, a 35 anni, di provare l'esperienza Nba. E non da una porta secondaria ma da quella principale visto che veste la maglia dei Knicks di New York: la squadra, insieme ai Lakers, più mediatica della Lega. Abbiamo fatto due chiacchiere in esclusiva con Pablo, il personaggio forse più curioso presente a questa kermesse, a partire dal suo adattamento al mondo Nba: "Sto dando il massimo per integrarmi il più velocemente possibile. E' totalmente diverso da quando ero in Europa, non solo per il basket ma per il modo di vivere in generale, a partire dal paese. Voglio adattarmi subito".

I Knicks stanno andando bene e vogliono continuare: "Il nostro interesse è quello di continuare a giocare partita dopo partita cercando di vincere più partite possibili. Questo è il modo in cui ci stiamo approcciando a questa stagione. L'obiettivo è arrivare ai playoff al meglio e continuare a seguire le indicazioni di coach Woodson. Il titolo? Ci proveremo, è ovvio, però dobbiamo pensare una gara alla volta".

Prigioni sta trovando spazio, nonostante abbia davanti nel ruolo di regista Jason Kidd e Raymond Felton, e viaggia a quasi 4 punti e 3 assist in 15 minuti di media: "A inizio stagione non sapevo quanto minuti avrei potuto giocare perchè davanti avevo due grandi giocatori come Kidd e Felton. Le cose invece stanno andando bene, meglio di quanto mi aspettavo, sto giocando molti minuti, anche per l'infortunio di Raymond e sto continuando a lavorare per farmi trovare pronto". Che differenze ci sono tra Europa e Nba: "Le principali sono le regole diverse tra Fiba e Nba, sicuramente le più difficili da adattarsi. In Nba il gioco è molto più veloce, più fisico, poi i ritmi qui sono pazzeschi. Si gioca, si vola, si gioca e poi si vola di nuovo. Penso questa sia una delle cose più difficili per adattarsi venendo da campionati come quelli Europei. Per quanto riguardo gli allenamenti e la vita fuori dal campo è come in Spagna, anche se devo abituarmi dopo tanti anni nello stesso posto".

A 35 anni, Prigioni è considerato una matricola 'sui generis', visto che di norma i debuttanti sono dei ventenni. "Anche se sono un rookie particolare devo dire tutti mi trattano molto bene, a partire dall'allenatore che ha grande rispetto e per cui io ne provo altrettanto. Sono tutti molto gentili con me. Lo spogliatoio è molto tranquillo, ho trovato gente disponibile e aperta. Il compagno con cui mi trovo meglio è Steve Novak perché avendo giocato con miei compagni argentini come Ginobili e Scola abbiamo delle cose in comune", ha detto l'argentino.

Prigioni ha anche conquistato il bronzo olimpico a Pechino 2008 e a Londra è rimasto giù dal podio nella finalina persa dalla sua Argentina contro la Russia. "Essere in una Olimpiade è sempre una grande esperienza, per me era la seconda dopo Pechino ed è sempre una grande emozione. Purtroppo non mi sono potuto divertire al 100% perché avevo qualche problema fisico che mi ha condizionato parecchio, pensavo 'perché proprio ora questo fastidio, perché non posso godermi questo momento' però abbiamo chiuso ancora tra le prime quattro migliori squadre quindi grande risultato".

A 35 anni (a marzo saranno 36, ndr), Prigioni fatica a pensare ai prossimi Giochi ma sottolinea quanto sia speciale il gruppo della 'albiceleste' con Ginobili, Scola e Delfino, e prima ancora Sconochini, Oberto e Pepe Sanchez: "Le prossime Olimpiadi saranno difficili, Rio è molto lontano. Facciamo un passo alla volta. Intanto pensiamo a qualificarci per i Mondiali di Spagna, poi penseremo insieme agli altri cosa fare per Rio. Far parte di quel gruppo è un grande onore, siamo un gruppo speciale e l'abbiamo dimostrato in questi anni arrivando sempre nelle prime posizioni in ogni posizione".