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"Ho dato tutto quello che avevo per la pallacanestro. La passione c'è ancora ma il desiderio di giocare no. E' stata una grande cavalcata". Queste le parole di Allen Iverson, ex stella dei Philadelphia 76ers e poi visto con le maglie di Denver, Detroit, Memphis e anche del Besiktas in Turchia, che ha annunciato ufficialmente il suo ritiro in una conferenza stampa al Wells Fargo Center, casa dei Sixers. "Sarò un Sixer per tutta la vita", ha detto il 38enne Iverson, prima scelta assoluta nel Draft del 1996, più volte capocannoniere, Mvp della Lega nel 2001 quando trascinò Phila fino alla finale, persa 4-1 contro i Lakers di Bryant e O'Neal.
Per LeBron James, The Answer, il soprannome da sempre di Iverson, è "pound per pound", rispetto alla taglia minuta, il più grande giocatore di sempre e uno di quelli che ha cambiato la cultura del gioco. A tal proposito AI ha detto: "Sono sempre stato me stesso, in campo e fuori. Tutti mi guardavano con sospetto per come mi vestivo, per i miei tatuaggi e per le treccine. Ora i poliziotti, gli stessi che mi hanno picchiato quando ero giovane, portano le traccine, i giovani giocatori dell'Nba sono pieni di tatuaggi. Non posso che essere orgoglioso di aver cambiato il gioco e la sua cultura".
Iverson ci ha tenuto a ringraziare i suoi tre figli, la ex moglie Tawanna, e i suoi allenatori, su tutti coach John Thompson al college di Georgetown e Larry Brown, il suo mentore ai tempi dei Sixers. AI spesso ha avuto dei contrasti con i suoi allenatori, anche per la sua poca voglia di allenarsi. Sul futuro Iverson non si è espresso mentre sul ritiro ha sottolineato: "Vi giuro che è un giorno felice per me. Ho pensato che sarebbe stato un giorno difficile ma posso dire invece che è un giorno felice".