Sembrava essere arrivata al capolinea la querelle fra Donald Sterling, patron dei Los Angeles Clippers finito nei mesi scorsi nell'occhio del ciclone per pesanti dichiarazioni razziste, ed Adam Silver, commissioner della Nba. Ma ecco arrivare il colpo di coda da parte dell'80enne magnate di Chicago che non intende più cedere la franchigia, ed annuncia di voler intraprendere un'azione legale contro la lega professionistica americana.
La situazione è la seguente: la moglie di Sterling, Shelly, era in procinto di chiudere la vendita della franchigia per 2 miliardi di dollari con l'ex amministratore delegato Microsoft Steve Ballmer. Ma ora il marito contesta alla Nba la scelta di affidare la trattativa alla fondazione controllata dalla moglie, ed in più non accetta la multa di 2,5 milioni di dollari e la squalifica a vita inflittagli. A far cambiare idea a Sterling sembrano essere state alcune dichiarazioni di Adam Silver poco prima della Gara 2 delle Nba Finals, ed ecco la risposta del proprietario dei Clippers, affidata ad uno dei suoi avvocati: "Non voglio vendere i Clippers, ho deciso che devo combattere per i miei diritti: nonostante la mia posizione non sia popolare ho diritto ad un giusto processo. Amo questa franchigia e voglio tenermela stretta".