A Ovest sarà grande battaglia. Quest'anno terrà banco il derby di Los Angeles, tra i 'vecchi' Lakers di Kobe Bryant e i 'nuovi' Clippers dello spettacolare duo Chris Paul e Blake Griffin. L'acquisto del playmaker ex Hornets spedisce di diritto la seconda squadra di LA tra le favorite per la vittoria della Conference, grazie anche agli arrivi dell'esperto Billups (che probabilmente giocherà guardia), di Caron Butler da Dallas e dal rinnovo del fenomenale atleta DeAndre Jordan. I gialloviola, dal canto loro, stanno aspettando con ansia il centro Dwight Howard, con il quale farebbero un salto di qualità quasi obbligato dopo la partenza inspiegabile del 'sesto uomo dell'anno' Lamar Odom, andato a rinforzare una diretta concorrente come Dallas. Proprio i Mavericks, freschi freschi di anello, saranno la franchigia da battere: confermati gli stagionati Nowitzki, Kidd e Terry, si aggiungono lo schiacciatore Vince Carter e il già citato Odom. Bisognerà trovare della alternative sotto canestro dopo la partenza di Tyson Chandler.
Può arrivare in finale, o addirittura vincere, anche la franchigia più giovane ed interessante dell'intera lega: gli Oklahoma City Thunder. I ragazzi di Scott Brooks confermano il loro energico quintetto, con il possibile futuro Mvp della stagione Kevin Durant che ha un anno di maturità in più. Il play Westbrook è atteso a una stagione decisiva, mentre Perkins può essere determinante come è già stato a Boston. Per non parlare dell'impatto di specialisti come Ibaka, Harden e Sefolosha. Occhio anche ai Memphis Grizzlies che hanno rifirmato Marc Gasol, fratello del più celebre Pau, ma che lo scorso anno è stato ancora più incisivo. Con Rudy Gay a pieno regime e Zach Randolph finalmente maturato, la franchigia di Memphis può essere una piacevole sorpresa.
Un gradino più indietro ci sono i soliti San Antonio Spurs. La domanda è se i bianconeri reggeranno una stagione forsennata basandosi sulle fortune di Tim Duncan (36 anni) e Manu Ginobili (35), ma sicuramente l'esperienza non manca, anche grazie al solito Tony Parker in cabina di regia. I Blazers perdono l'all star Brandon Roy, che si ritira per i continui problemi alle ginocchia, ma lo sostituiscono con il tiratore Jamal Crawford, che va a completare un quintetto da playoff, con Felton (arrivato dai Nuggets), Wallace, Aldridge e Camby (in attesa che Greg Oden, massacrato dagli infortuni, giochi qualche partita).
Dietro c'è un gruppone di possibili sorprese e delusioni. I Denver Nuggets hanno confermato il centro Nenè, perso Chandler, JR Smith e Martin (andati ad arricchirsi in Cina) e avranno in Danilo Gallinari la prima arma offensiva di una squadra giovane. Gli Houston Rockets si affideranno molto alle lune della guardia Kevin Martin e dell'ala Luis Scola, mentre gli Utah Jazz confidano nella terza scelta al draft Enes Kanter, ottimo lungo dalla mano calda, che va ad aggiungersi a Al Jefferson, Millsap e Favors per un reparto che può dire la sua. New Orleans e Warriors possibili mine vaganti: gli Hornets del 'dopo Paul' possono contare sulla guardia Eric Gordon, possibile all star futuro, sul centro Chris Kaman e sulla voglia di confermarsi di Marco Belinelli, mentre a Golden State il trio Curry-Ellis-Lee può portare lontano.
Grande curiosità suscita il roster di Minnesota. I Timberwolves puntano su una squadra giovane per tornare in alto, con Ricky Rubio finalmente in Nba, il play-guardia JJ Barea da Dallas, il rookie Derrick Williams (per molti il più pronto per il grande salto) e l'asso Kevin Love. Anche i Sacramento Kings suscitano interesse, se non altro per il 'tiratore scelto' Jimmer Fredette, che al college ha fatto vedere che può trovare il canestro quasi a occhi chiusi. Chiudono i Phoenix Suns, con un quintetto che spara le ultime cartucce in attesa della rifondazione: Steve Nash e Grant Hill sono ancora protagonisti, ma non si può dire che siano dei giovincelli.