Nel fango del dio pallone
Il mondo del calcio è un ambiente dove si conosce la gloria sportiva, il riconoscimento professionale ed economico, ed il successo fatto di trofei prestigiosi e traguardi di portata storica. Ma al contempo, esso comporta talvolta anche compromessi, decisioni controverse, conflitti interiori e patti a cui scendere. Tutto pur di restare sulla cresta dell’onda calcistica o fare carriera a discapito della lealtà e del corretto agire. Il libro “Nel fango del dio pallone” analizza proprio tutti questi elementi caratterizzanti del settore pallonaro, dove l’extra campo contamina e depaupera spesso il valore di ciò che accade sul rettangolo verde. Ogni angolo di questa denuncia sportiva viene osservato in primo piano dall’ex calciatore ed autore dell’opera in questione, Carlo Petrini. Un focus attento sulle piaghe calcistiche degli anni Settanta e Ottanta.
La narrazione del libro realizzato da Carlo Petrini, “Nel fango del dio pallone” si incentra sulle vicende calcistiche degli anni Settanta, vissute in prima persona dall’ex calciatore e autore di quest’opera. Petrini ha vestito in carriera diverse casacche di club rinomati e storici del mondo nostrano: dal Genoa al Milan di Nereo Rocco, dalla Roma di Nils Liedolm al Verona, passando per Catanzaro, Cesena e Torino. Tante piazze importanti del pallone sono state toccate dalle gesta sul rettangolo verde di questo giocatore incredibile. Un attaccante in grado di far innamorare ogni tifoseria per cui ha militato. Ma queste rimarchevoli attività sul campo sicuramente positive, hanno avuto come contraltare tante altre azioni decisamente meno positive fuori dal terreno di gioco. Stiamo parlando del calcio scommesse, del doping, dei compromessi per combinare i risultati, dei falsi test per superare i controlli, della vita dissipata e dissoluta fatta di donne e goliardia. Insomma un compendio di eventi che hanno poco a che vedere con il professionismo e la disciplina imposta da una carriera calcistica dignitosa. Una serie di eventi deprecabili che hanno inficiato la parabola calcistica di Carlo Petrini, morto prematuramente, il quale in questo libro, “Nel fango del dio pallone”, evidenzia già a partire dal titolo le sabbie mobili che spesso trascinano sul fondo volti di successo del calcio. Nei lontani anni Settanta è accaduto proprio tutto ciò: una sequela di sbagli che hanno interessato aree divergenti ma allo stesso tempo tutte legate al settore calcistico. Doping appunto, scommesse, dissolutezza, inclinazione al compromesso. Singoli anelli di una catena senza soluzione di continuità che ha condotto Petrini verso lidi molto meno importanti di quelli raggiunti ed agguantati sul rettangolo verde. Una vera e propria confessione, quella dell’ex attaccante di Monticiano, che ha evidenziato in questo libro tutto il male dello sport più amato al mondo.
La piaga del doping nel mondo dello sport in generale, e nel calcio in particolare, va ormai avanti da diverso tempo. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta era sicuramente dilagante, coinvolgendo qualsivoglia pratica sportiva agonistica. Dall’atletica al pallone, passando per il ciclismo e molte altre discipline professionistiche di rilievo. Carlo Petrini, nel suo libro autobiografico “Nel fango del dio pallone”, evidenzia proprio questa problematica che affligge nella fattispecie il calcio, quale ambiente conosciuto in prima persona in tutte le sue sfaccettature dall’ex attaccante di origini toscane. Una pratica, quella del doping, a cui Petrini ha fatto ricorso in molteplici occasioni, arrivando a falsificare più volte i test di controllo per poterli superare. Un’azione certamente condannabile, ma che quest’ultimo denuncia all’interno dell’opera letteraria menzionata con trasparenza e linearità. Un’autoconfessione, di fatto, delle gesta rivedibili sopra descritte, che fanno parte purtroppo del mondo pallonaro quasi come una parte maligna di un tutto. Un lato buio del calcio di cui questi non riesce a liberarsi mai definitivamente. Ancora oggi il doping è vivo e presenta esempi di giocatori di spessore che vi ricorrono per migliorare le proprie prestazioni sul terreno di gioco. Un’azione illecita che è spesso frutto di ossessione verso il raggiungimento di traguardi altrimenti inarrivabili.
Uno degli argomenti trattati con attenzione dal compianto Petrini è sicuramente quello legato al calcio scommesse. Secondo lui, ci sarebbero state delle partite accomodanti e decise già prima di scendere in campo.
Prima, però, di pensare che anche oggi debba essere necessariamente così, è fondamentale capire il contesto in cui giocava Petrini: anni ’60, ’70 e ’80. Anni in cui c’era una forte deregulation. Certo, ci sono state delle punizioni esemplari ma oggi è tutta un’altra storia.
O, meglio, ci sono state delle normative perfino in settori che esulano dal gioco stesso. L’ultima modifica sostanziale è quella che riguarda il decreto dignità, in cui è severamente vietato pubblicizzare il gioco o pubblicizzare un casinò preciso nel momento in cui si stilano delle guide, anche di giochi tradizionali, su come vincere al blackjack online o al sette mezzo.
Certo, ci sono calciatori che, non potendo scommettere sulle proprie gare, si divertono ai casinò e, anzi, dove la legge lo permette i calciatori non lesinano a puntare qualche cifra. Emblematico fu il caso della Nazionale Inglese del 2018 che, secondo Kieron Dyer, era formata anche da calciatori che si cimentavano nel gioco.
Il sistema calcio analizzato “Nel fango del dio pallone”
Oltre al doping esistono altri elementi negativi che sostanziano il sistema calcistico nostrano ma anche internazionale. Diversi sono stati i casi nel corso degli anni che hanno gettato nel panico e nel buio totale il settore sportivo in oggetto. Carlo Petrini affronta anche questa tematica nel proprio libro, raccontando delle scommesse e le famose combine prima dei match. O ancora i pagamenti in nero delle società verso i propri tesserati, per aggirare regole fiscali e di bilancio. Per non parlare della minuziosa disamina che l’ex bomber di Monticiano fa del giocatore tipo: un modello facilmente corruttibile, che scende a compromessi pur di salvaguardare la carriera. In aggiunta a tutto ciò vi sono poi figure complici del sistema in ogni suo singolo angolo: ciascun’area di interesse è consapevole di come vanno le cose e non fa nulla per cambiarle in meglio. Omertà, interessi economici e di posizione professionale, quali parole chiave di un sistema calcio davvero rivedibile. Una caratterizzazione che è figlia di un tessuto sociale incline a questa tipologia di comportamento dove il rispetto delle regole, delle leggi, dell’altro, passano in secondo piano con una velocità estrema quando si parla di denaro e successo. Di ottenimento di una carica o un ruolo di spicco, piuttosto che un trasferimento ad un club migliore o mantenimento di una data categoria. Insomma, ad ogni livello vi è corruzione e illegalità, mascherate adeguatamente per non risultare tali ma apparire in modo positivo. Il calcio scommesse poi ne è l’esempio massimo: partite il cui esito viene deciso prima della disputa sportiva sul campo. Un fenomeno che viene anch’esso esplorato nel dettaglio da Petrini, che ne racconta lo sviluppo e le caratteristiche evolutive. Da dove esso trae origine e le finalità a cui tende, o le caratteristiche del contesto in cui prende corpo e che lo rendono possibile. Questo e molto altro nel libro “Nel fango del dio pallone”: un’opera biografica di denuncia e confessione di tutto ciò che il calcio e lo sport non dovrebbe essere.