22 anni dopo l’ultima volta, i Rams vincono il secondo titolo della loro storia battendo 23 a 20 i Cincinnati Bengals.
Anche la stagione NFL 2021/2022 si è conclusa. A trionfare sono stati i Los Angeles Rams, conquistando così il secondo titolo della storia della franchigia ma primo dal loro trasferimento nella città degli angeli, dato che la vittoria nel 2000 è avvenuta quando i Rams avevano ancora sede a Saint Louis. Questo successo va equamente distribuito tra i giocatori, lo staff degli allenatori e la società. Nella prima fase di stagione, i Rams erano senza dubbio una squadra da tenere d’occhio, ma non partivano con i favori del pronostico. La curiosità intorno agli angelini era tanta, soprattutto a seguito di una delle trade più interessanti della scorsa estate: Jered Goff da LA ai Detroit Lions in cambio di Matthew Stafford, in uno scambio di quarterback prime scelte assolute al draft (Stafford nel 2009 e Goff nel 2016). Ambedue i giocatori erano entrati nella lega con tutte le luci dei riflettori addosso, ma nessuno dei due aveva rispettato le aspettative. Stafford ha fatto vedere a più riprese di essere un QB di talento, ma era evidente che il contesto che gli era stato costruito intorno a Detroit non era all’altezza. Per Goff invece nemmeno le prestazioni hanno convinto pienamente e il feeling tra il ragazzo e l’aria californiana non si è mai acceso del tutto. Da molti degli addetti ai lavori questa trade è stata definita “win-win”, un’espressione tipica dello sport americano per definire uno scambio da cui entrambe le partecipanti escono rafforzate. Per quanto riguarda i Lions solo il tempo potrà dirci se alla fine si rivelerà vera questa analisi, ma i Rams hanno di certo già visto ripagata la loro decisione fin da questo primo anno. Stafford è solo uno degli artefici di questo successo. Una nota di merito va indubbiamente data agli altri due determinanti innesti fatti a stagione in corso, il wide receiver Odell Beckham Jr. e l’outside linebacker Von Miller, e i grandi senatori di questa squadra, Aaron Donald e Cooper Kupp. Super stagione per il ricevitore Kupp, vincitore individualmente anche del premio di MVP del Superbowl oltre che di offensive player of the year. Ultimo, non per importanza, non si può dimenticare l’head coach di questi ragazzi, Sean McVay, che a soli 36 anni, nove in meno di Tom Brady per capirci, è diventato il più giovane capo allenatore a vincere un Lombardi Trophy.
Va dato assoluto merito anche agli sconfitti di questo Superbowl, i Cincinnati Bengals. I Bengals hanno iniziato la stagione senza alcuna aspettativa se non quella di migliorare il magro bottino di sole 4 vittorie della stagione scorsa. Partita dopo partita Cincinnati ha realizzato un sogno che gli ha permesso di arrivare prima ai playoff e poi di eliminare, partendo sempre da sfavorita, i Las Vegas Raiders, i Tennessee Titans e i Kansas City Chiefs. I Bengals hanno tentato di scrivere il finale migliore a questa favola che è stata la loro stagione, ma hanno visto i loro sogni infrangersi a un minuto e 29 secondi dalla fine, quando Kupp ha ricevuto da Stafford il pallone del definitivo sorpasso. I Bengals non hanno comunque nessun motivo per disperarsi. La loro squadra ha trovato in Joe Burrow, Ja’Marr Chase, Joe Mixton e Evan McPherson quattro uomini di assoluto talento e di forte personalità che potranno dire la loro ancora a lungo nella lega, avendo tutti meno di 25 anni. Appuntamento quindi alla prossima stagione con i Rams e i Bengals ancora candidati ad una stagione da protagonisti, ma che dovranno vedersela con altre 30 agguerritissime franchigie tutte proiettate verso un unico giorno: 12 febbraio 2023, State Farm Stadium, Arizona, lo stadio del Superbowl LVII.