Nostalgistan: Dal Caspio alla Cina, un viaggio in Asia Centrale - di Tino Mantarro: la recensione

Pubblicato il 23 luglio 2020 alle 17:30:00
Categoria: Libri di Sport
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Alla ricerca del cammello perduto – Tino Mantarro - Dal Caspio alla Cina, un viaggio in Asia Centrale – edicicloeditore – Pag. 208 – Euro 15.00.

Ci si può innamorare del nulla? Tino Mantarro, l’autore di questo interessante lavoro ne è sicuro. In verità lui in età scolare lo chiama il cratere di un vulcano la cui sommità sbucava da qualche parte tra il mare d’Aral e il lago Baikal. Cresciuto, da tenace curioso con molta buona volontà ci porta a conoscere un vasto territorio ex sovietico, geograficamente indicato come le steppe dell’Asia centrale, dove si trovano l’Azerbajan, meno di 87.000 km di superficie, ma 120 abitante per km. La capitale Baku è una metropoli con 2 milioni di abitanti, dove la crescita edilizia ricorda la Cina. Nazione sviluppatasi, grazie al petrolio che sgorga dal Mar Caspio, estratto in modo tranquillamente scriteriato. In questo contesto troviamo il Kazakistan, territorio immenso di 2.700.000 km. contro i 447.000 dell’Uzbekistan. Il primo, in grande progresso sempre grazie all’estrazione del petrolio, mentre l’Uzbekistan il più popolato (oltre 25 milioni di abitanti), stenta a decollare sia per motivi politici che di sviluppo e controsensi. Si mantiene in vita con gli idrocarburi e la produzione del cotone, che scende ogni anno, mentre l’ex lago di Aral è ridotto ad una triste salina. il Turckmenistan, il Kirghizistan e il Tagikistan, completano il quadro. L’autore fa sapere per onestà professionale di aver viaggiato con altri compagni (ammette che da solo non ci avrebbe neppure provato) e in tempi diversi. Ma il racconto è talmente coinvolgente che per il lettore non c’è interruzione di continuità. Il percorso inizia dal porto azero di Baku, verso Aktau in Kazakistan. 

Qui inizia anche il divertimento per il lettore che resta coinvolto con le peripezie non solo di Mantarro, ma di tutto il variopinto popolo che sale sullo sgangherato traghetto, dai camionisti ai rari turisti in una specie di friggitoria collettiva, per il gran caldo e l’assenza totale di condizionatori. Il viaggio previsto in sedici ore approda ad Aktau dopo oltre trenta. Le operazioni di sbarco e lo sdoganamento ricordano certe commedie di De Filippo. Arrivare a Beyneu è una delizia di situazioni kafkiane, dalla strada tutta buche all’assenza di indicazioni. La media è di 10 km, all’ora. In questi posti nessuno conosce l’inglese, qualcuno il russo. Ci si intende a gesti e si scopre che dell’Italia conoscono Celentano, Al Bano e il Milan, con grande dolore dell’esploratore, di fede interista. A Moynaq, scoprono con tristezza che il Lago d’Aral è scomparso. Al suo posto ci sono i resti arrugginiti di una dozzina di navi arenate nella sabbia. Quello che un tempo era il quarto specchio d’acqua dolce del mondo, offre sabbia e polvere. A Nakus, capitale della minuscola regione semiautonoma del Karakalpakstan, funziona un museo straordinario, grazie a Igor Vitalievich Savitsky, antropologo e archeologo, oltre che artista ucraino. Negli anni trenta approda a Nakus e gira per l’Europa Orientale, acquistando tutto l’artigianato possibile. In particolare pittori avanguardisti che il regime non approva e sopporta a malapena. Visto che non si erano convertiti al realismo, ma considerandoli innocui, invece di spedirli in Siberia, li dirotta a Nakus. Dove proseguono a dipingere. Savitsky colleziona tutte le loro tele e le porta a Nakus. Muore nel 1984, dopo aver raccolto circa 80.000 opere. Molte delle quali esposte nel museo locale. Il viaggio prosegue e arriva a Khiva, una delle tre città sull’antica via della Seta nel cuore dell’Uzbekistan. Finito? Neppure per sogno. Vi aspettano Bukhara e Samarcanda, ad un passo dall’Afganistan e in Kirghizistan, nel Kagikistan e nel Pamir, al confine con la Cina. Mica posso raccontarvi tutto. Il compito lo assolve così bene l’autore che io stesso mi sono divertito a leggere questo viaggio tra il nulla e il tutto. Indimenticabile.

Giuliano Orlando