I campioni del nuoto vogliono cambiare. Federica Pellegrini, Adam Peaty e tanti altri fenomeni della piscina mondiale vogliono appoggiare la International Swimming League ai danni della FINA, la federazione mondiale del nuoto. Il motivo? Competizioni dai format vecchi, poco appetibili per sponsor e spettacolo e quindi meno remunerativi.
Per questo, tra martedì e mercoledì scorso, si sono riuniti a Stamford Bridge 11 campioni olimpici, 18 campioni del mondo per una due giorni di riunioni in cui decidere il da farsi. Oltre alla Pellegrini per l’Italia c’erano Gregorio Paltrinieri, Luca Dotto e Fabio Scozzoli, ma l’elenco dei partecipanti comprendeva anche il già citato britannico Adam Peaty, Katinka Hosszy (Ungheria), Chad Le Clos (Sudafrica), Sarah Sjoestrom (Svezia), Cameron Van der Burgh (Sudafrica), James Guy (Gran Bretagna), Mykhailo Romanchuk (Ucraina). Nomi dal palmares impressionante.
L’idea è quella di creare una associazione dei nuotatori per poi aderire alla ISL. Questa nuova federazione, capeggiata dal magnate ucraino Konstantin Grigorishin vuole lanciare dal 2019 una nuova serie di gare a squadre che ricalchi il modello della Champions League: si sfiderebbero 12 grandi club, 6 team europei e 6 americani, con la possibilità di ingaggiare nuotatori di Australia e Asia. Il torneo si comporrebbe di una regular season da agosto in poi, che non inciderebbe quindi su Europei, Mondiali e Olimpiadi, e poi di semifinali e finali da disputare a fine dicembre a Las Vegas. Il budget è di 15 milioni e ogni atleta che aderirà otterrà 10.000 dollari oltre ai premi.
Il più convinto del progetto è Peaty: “Il nuoto ha dirigenti fermi al 1970. L'attuale Coppa del Mondo non ha senso, è un format vecchio e per giunta in vasca corta che non ha senso. La nostra riunione qui a Londra è una reazione potente. La Federazione Mondiale non ha mai ascoltato noi atleti, non ci ha mai chiesto cosa vogliamo. Se vendi i diritti Tv, gli atleti devono avere il 50%. Io non ho paura di parlare, che provino a squalificarmi: vedrete cosa succede”.
La FINA ha sempre vietato agli atleti di partecipare a gare al di fuori del calendario internazionale, pena l’esclusione dalle Olimpiadi. Per rispondere alla minaccia della ISL la Federazione ha lanciato le “Swim Series” ma l’iniziativa potrebbe risultare un clamoroso autogol: si dovrebbero tenere in primavera proprio durante le selezioni mondiali dei vari paesi, Italia compresa. Una sovrapposizione che potrebbe creare solo confusione e favorire il “travaso” di campioni e campionesse dalla piscina della FINA a quella della nascente ISL.