''Sto subendo una pesante ingiustizia. Dopo aver collaborato per otto mesi con la Procura, subendo uno strazio e leggendo il mio nome accostato al doping nonostante la Procura di Pesaro mi abbia già dichiarato innocente ed estraneo ai fatti, leggo di questa richiesta di squalifica - attacca Magnini -. La mia anima ribolle perchè questa indagine è vergognosa, e le sue conclusioni vanno a smentire ciò che io ho sempre dichiarato e confermato più volte davanti ai giudici. Al momento opportuno e nelle sedi preposte farò valere le mie ragioni e porterò alla luce tutte le manomissioni e i tentativi di muovere a mio carico accuse prive di fondamento, che caratterizzano dall'inizio dei fatti questa indagine-farsa. Si sta cercando di capovolgere la realtà, e io non posso tacere: da 20 anni sono un esempio contro il doping, e spero che il tribunale preposto alla decisione sul mio conto ribalti questa assurda richiesta di squalifica''.
Magnini ha poi ricostruito la situazione: ''Il 2 ottobre scorso sono stato chiamato a parlare dalla Procura antidoping. Mai prima d'ora ero stato accostato a questa pratica immonda: ho dato puntuale e totale riscontro ai procuratori riguardo ai fatti rilevati dalla giustizia penale, dalla quale non sono mai stato indagato e sono stato ritenuto estraneo all'accaduto. Dopo tutto questo - prosegue Magnini -, sei mesi dopo sono stato nuovamente interrogato sugli stessi identici fatti, e ho ribattuto punto dopo punto alle stesse contestazioni. Sono stato violentato nel mio privato, sbattuto in prima pagina come un mostro per otto mesi, ma sono stato zitto perchè ho rispetto degli inquirenti sportivi: quel rispetto è andato perso oggi, quando ho letto della richiesta di 8 anni di squalifica. Mi stanno trattando come un criminale, non posso accettarlo''.