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Guai per Filippo Magnini. Il nuotatore è indagato dall'antidoping a margine del caso Porcellini, legato a Guido Porcellini, dietologo e mentore dell'azzurro. Il medico, insieme al collaboratore Antonio De Grandis, hanno importato dalla Cina grandi dosi di ormoni della crescita, farmaci non assumibili per esercitare l'attività sportiva. La Procura Nado, nella persona di Laviani (sostituto di Cozzella, ex procuratore), ha mosso una nuova accusa a Magnini: somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata, che si aggiunge al consumo o tentato consumo e al favoreggiamento.
Per queste tre violazioni, la Procura di Nado Italia ha chiesto nel deferimento per Magnini ben otto anni di squalifica, con quattro chiesti invece per il compagno di Nazionale Michele Santucci. Il giudizio è previsto da settembre in poi. Un nuovo interrogatorio è stato ritenuto necessario dalla Procura dopo quello di aprile, nel quale Magnini ha addirittura affermato che senza quelle sostanze, la partecipazione al Mondiale, competizione nel quale ha vinto due ori, è addirittura inutile. Questa frase, insieme al bonifico di 1200 euro per De Grandis e la richiesta di dati a Porcellini hanno portato al procedimento da parte della Procura. La possibilità più estrema è addirittura la radiazione. Nessuna dichiarazione da parte di Ruggero Stincardini, legale dei due nuotatori. Confermata, invece, l'estraneità dei fatti di Federica Pellegrini, nuotatrice ed ex fidanzata di Magnini.