L'Italia sogna le Olimpiadi Invernali, a maggior ragione dopo aver abbandonato l'assalto ai Giochi estivi di Roma 2024 e non essersi presentata per l'edizione successiva: l'edizione coinvolta è quella del 2026, e come di consueto regna il caos intorno alla candidatura azzurra. Milano (con Bormio sede delle gare di sci), Torino e Cortina d'Ampezzo si sono offerte per ospitare gli eventuali Giochi, e dopo tre incontri approfonditi coi vari comitati organizzatori il CONI è uscito con un nulla di fatto, rimandando la decisione definitiva al Consiglio Nazionale di domani. La situazione è caotica: Torino non riuscirebbe ad ospitare le Olimpiadi da sola e non rappresenterebbe una candidatura ''forte'', mentre Milano avrebbe costi troppo alti e non unirebbe le varie anime del Governo. E così, dopo qualche ora nella quale si è pensato a una sinergia Milano-Cortina, è nata la soluzione tripartita, che potrebbe rappresentare il classico compromesso all'italiana: tre firme e tre città candidate, e non una sola.
Le Olimpiadi Invernali 2026 diventerebbero dunque i Giochi dell'Italia, con Milano a ospitare le gare indoor (pattinaggio ecc) e Cortina/Torino a dividersi le altre discipline: il più classico ''l'unione fa la forza'', proposto da Chiamparino e Appendino e parzialmente approvato dagli altri sindaci, che però spingono tutti per fare della propria città il volto di queste Olimpiadi. Il Sindaco di Milano Beppe Sala si è espresso in maniera categorica: "Leggo le dichiarazioni del presidente del CONI Giovanni Malagò. Condividendone lo spirito, ribadisco la necessità di una chiara identificazione della governance della candidatura. L’esperienza in Expo mi ha insegnato quanto sia fondamentale per il rispetto dei tempi e per la qualità del progetto una precisa identificazione delle responsabilità della gestione del processo di candidatura e poi, auspicabilmente, della realizzazione. Milano vuole essere un’opportunità per le Olimpiadi italiane, nella consapevolezza che un’impresa del genere è gestibile solo con scelte precise".
Ora la candidatura a tre punte (con tutti i suoi problemi) potrebbe essere formalizzata, e domani il CONI deciderà cosa fare: non è scontato che arrivi il sì, e Malagò potrebbe anche optare unilateralmente per una delle tre candidature. Anche perchè l'attuale regolamento del CIO vieta le pluricandidature, e dunque andrebbe chiesta una modifica o studiata al meglio la proposta italiana. Insomma, l'Italia vuole le Olimpiadi 2026, ma regna ancora il caos intorno alla candidatura tricolore e il Bel Paese sta partendo nettamente in ritardo rispetto alle altre possibili città ospitanti: Graz (Austria) e Sion (Svizzera) si sono ritirate, mentre dovrebbero presentare a breve le candidature Calgary (Canada), Sapporo (Giappone), Stoccolma (Svezia) ed Erzurum (Turchia).