Le Olimpiadi di Rio 2016 si avvicinano e in questo percorso ci sono due temi importanti: l'infortunio di Gianmarco Tamberi che priva l'Italia di un atleta con possibilità di medaglia nel salto in alto, e il doping, con il caso Alex Schwazer e lo scandalo che ha coinvolto la Russia con l'esclusione della squadra di atletica. Datasport.it ne ha parlato in esclusiva con Juri Chechi, il 'Signore degli Anelli', l'azzurro che ha vinto nella ginnastica un oro ad Atlanta e un bronzo ad Atene, oltre a svariati titoli mondiali e europei.
A Juri abbiamo chiesto per prima cosa un pensiero su Tamberi visto che anche lui si era infortunato poco prima di Barcellona 1992 e non aveva potuto partecipare ai Giochi.
"E' un momento molto difficile perchè un atleta si prepara per quattro anni per quell'impegno agonistico. Per tanti sport le Olimpiadi sono l'obiettivo di una carriera, di una vita. Purtroppo però questa è una condizione che bisogna mettere in preventivo quando si inizia una preparazione così difficile e intensa".
Cosa diresti a Gimbo Tamberi. Questo infortunio può essere uno stimolo verso Tokyo 2020?
"E' una botta molto pesante, non c'è dubbio. Sono situazioni che si devono affrontare e si possono superare trovando la forza dentro di sè. Sono sfide difficili. Ognuno ha una propria sensibilità e capacità di reagire in tempi diversi, ma tutti sono in grado di farcela. Già affrontare il problema è un inizio importante. Però non deve pensare ora al 2020, deve pensare anno dopo anno a ritrovare la sua condizione, ragionare per tappe. Solo le Olimpiadi non devono essere un assillo. Io mi sono preparato anno per anno, partecipando a Mondiali ed Europei, e vincendo. Questo ti prepara poi alle Olimpiadi".
In vista di Rio 2016 l'Italia quanto perde con l'assenza di Tamberi e a questo punto quali sono le speranze di medaglia.
"L'Italia perde senza dubbio un atleta importante. Mi dispiace molto, soprattutto perchè senza una super potenza come la Russia si aprivano belle opportunità ma d'altronde gli infortuni fanno parte del gioco. Sono comunque convinto che la spedizione azzurra farà bene. Io mi auguro che il pubblico guardi tutte le discipline senza distinzione, rappresentare il proprio paese è un'emozione unica. Faranno bene il nuoto, il pugilato, il tiro, la scherma, mi auguro qualche sport di squadra come la pallavolo. Spero ci siano delle sorprese e possa ben figurare la ginnastica anche se purtroppo non ci sono grandi presupposti se non per la ritmica. E' un'Olimpiadi da vivere e sono convinto che l'Italia sarà protagonista".
Che idea ti sei fatto sullo scandalo doping che ha coinvolto una nazione intera come la Russia.
"Se le indagini hanno dimostrato davvero che c'è stata un'attività così strutturata e ramificata per l'uso di doping, credo che debbano essere presi provvedimenti molto importanti, tali da dare un segnale che il tempo di barare è finito. Altrimenti si perde credibilità in uno sport che invece necessità di grande trasparenza. L'unica cosa che vorrei si tenesse presente è che in questi casi bisogna punire severamente chi è colpevole ma salvare chi invece è innocente. Non credo sia giusto escludere ad esempio i ginnasti o i nuotatori o tutti gli atleti che non hanno nulla a che fare col doping. Chi sanziona deve avere questa attenzione".
Come ti poni verso gli atleti che sono già stati squalificati per doping come ad esempio Alex Schwazer?
"Io sono uno che rispetta le regole. Se parliamo di Alex Schwazer, io non ho alcun problema se lui va alle Olimpiadi. Ma se è confermata questa nuova positività e ci sono delle regole, allora non deve andare ai Giochi. In generale per me chi ha sbagliato e ha scontato la sua pena, può tornare a gareggiare. In questo momento però serve assoluta chiarezza e sono anche concorde con chi parla di tolleranza zero e quindi di non dare seconde opportunità a chi ha sbagliato. E una cosa da giustizialista e io non lo sono, però in questo momento lo sport ha bisogno di una credibilità che solo con una forte decisione si può recuperare".
Davide Fumagalli
@DavideFuma