Il presidente del Coni Gianni Petrucci non ha ancora smaltito la delusione per il mancato appoggio del governo Monti alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020: "Potevano dircelo prima e non proprio all'ultimo giorno, l'ho vista come una mancanza di riguardo - spiega alla trasmissione di Canale 5 'La telefonata di Belpietro' -. Leggendo i giornali stamattina non ho potuto fare a meno di notare che nessuno voleva le Olimpiadi, ma noi non ce n'eravamo accorti. Le stesse persone, ad eccezione dell'onorevole Cicchitto, che nei giorni scorsi avevano presentato delle mozioni a difesa della candidatura, ora si dicono d'accordo con la decisione del governo. Personalmente ho vinto la scommessa con Monti: mi diceva che i giornali l'avrebbero distrutto, invece è successo il contrario. Certo che, se in sette anni un governo non può impegnare quattro miliardi di euro, c'è da preoccuparsi". Petrucci si schiera dalla parte del sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Onestamente non ritengo giusto l'attacco nei suoi confronti, si è comportato benissimo. Come si fa a chiederne le dimissioni? In questo paese manca la cultura della sconfitta".
Il presidente del Coni assicura che la candidatura della capitale ai Giochi 2020 poggiava su una solida copertura finanziaria: "Certo che c'era. E smentisco che sulla decisione possa avere influito l'esperienza dei Mondiali di Italia '90, che hanno fruttato 200 miliardi di utile. Se poi ci sono persone che non rispettano l'etica e il codice pagheranno, ma chi mi ha preceduto ha la fedina penale pulita, da parte del mondo dello sport non ci sono mai state ruberie. Sul mancato appoggio del governo ha pesato il momento economico che attraversa il Paese. Ma io credo che si viva non solo di tagli, ma anche di fiducia: sono convinto che i giovani volevano questa Olimpiade. Mi rimetto alla decisione del governo e sto al mio posto, attendendo di vedere le iniziative che si vorranno prendere a favore dello sport e che Monti ha già anticipato ieri in conferenza stampa".
Petrucci esclude in maniera categorica l'ipotesi di dimettersi da presidente del Coni: "Non ci ho mai pensato, e comunque tra un anno devo lasciare per legge. Da questa vicenda il nostro movimento esce a testa alta. Oggi scriveremo una lettera al mondo dello sport spiegando perché ci siamo candidati e perché, a nostro avviso, l'Olimpiade non ci è stata assegnata. Se il mio futuro sarà in politica? Attendo l'evolversi della situazione, poi si vedrà".