Nella sua udienza settimanale di mercoledì 21 Papa Francesco in Piazza San Pietro ha benedetto un nutrito gruppo di veterani del basket e si è intrattenuto, sia pur brevemente, con loro. I giocatori delle varie categorie del nostro basket sono da sempre impegnate in iniziative di beneficenza.
Numerose sono state negli scorsi anni le partite di solidarietà in cui il basket si è reso protagonista di iniziative a favore di enti di assistenza di vario tipo. Talvolta le loro iniziative emigrano oltre confine, come è accaduto quando da Pesaro alcuni appassionati – fra i quali l’azzurro Alberto Paccapelo - hanno portato il basket in uno dei Paesi più poveri del mondo il Niger, nella fascia del Sahel, facendo fiorire una scuola sportiva che ha dato buoni risultati. Una iniziativa analoga intendono realizzare gli inossidabili appassionati del pallone a spicchi. Il progetto è quello di esportare basket in Terrasanta: non solo palloni, magliette, scarpe ma anche istruttori in grado di insegnare i fondamentali ai ragazzi.
Aprire ai ragazzi la porta allo sport – soprattutto di squadra – significa allargare la loro formazione con i valori della collaborazione, del rispetto reciproco, dell’amicizia. In senso lato si tratta di un’operazione che arricchisce la formazione umana e la cultura, e che può dare buoni frutti in ogni parte del mondo. Qualche volta possiamo riempire il canestro, invece che col pallone, con la nostra solidarietà. Papa Francesco sicuramente apprezza (e benedice) tutto questo: la solidarietà fa parte non solo dei valori cristiani, ma anche dei valori dello sport inteso al meglio. Fra i promotori dell’iniziativa c’è – in primo piano - don Mario Zaninelli, che in gioventù ha giocato con le giovanili dell’Olimpia Milano. Fino a pochi mesi fa don Mario era parroco a Morimondo, vicino a Milano. Poi è stato trasferito a Roma il progetto si è fatto strada fino a ottenere la benedizione di Papa Francesco. Il Pontefice ha fatto felici gli azzurri del maxibasket quando nel corso dell’udienza pontificia ha avvicinato – sia pure per pochi minuti - il gruppo degli appassionati di basket e ha accettato la maglia azzurra dell’Italia “Over” che Gianni Trevisan - ottimo allenatore - ha fatto stampare con dietro il nome Francesco. Va da sé che la maglia porta il numero 1, ci mancherebbe altro.
Forse perché il Papa veste di bianco, Trevisan ha pensato anche alla maglia di riserva, che per l’appunto è bianca. Dotazione completa. Maxibasket Milano, la realtà che da quando è nata un anno fa ha avuto una crescita spettacolare da un anno a questa parte, era rappresentata da molti atleti, e ha voluto donare a sua volta una polo del benemerito gruppo milanese al pontefice. Certo, le maglie sportive donate al Papa con tanto di scritta “Francesco” devono aver raggiunto un numero imponente. Il nostro dono non era certo originale. Era però adeguato al personaggio. Perché Papa Bergoglio da piccolo ha giocato a basket, e andava a fare il tifo per il papà che era titolare della formazione del San Lorenzo de Almagro a Buenos Aires. La pallacanestro e la sua tecnica sono sicuramente rimaste impresse in lui.
Non a caso, parlando ai parroci di Roma nel marzo del 2017, ha raccomandato loro di “difendere la fede come il giocatore di basket difende il pallone”. I numerosi parenti – mogli e figli - che accompagnavano i veterani del basket in questa singolare trasferta romana hanno vissuto con entusiasmo e emozione la mattinata dell’Udienza pontificia. Sopra e qualcuna fra le mogli ne è uscita con qualche lacrima che le rigava le guance. A Roma tirava aria di basket. Anzi, di grande basket, visto che per essere presente all’udienza era arrivato dagli Usa un rappresentante della NBA, Thiago Spittler, che si è ritirato dalle competizioni un anno fa, quando militava nei San Antonio Spurs. Thiago, di nazionalità brasiliana, ha portato in dono al Papa un pallone NBA con le firme di tanti giocatori. Porterà a Ettore Messina e a Marco Belinelli i saluti degli azzurri del maxibasket che erano presenti all’udienza pontificia. Tornando alla solidarietà, non c’è soltanto la Terrasanta. Alla nazionale Over 70 è arrivato l’invito a giocare una gara di beneficenza in gennaio ad Atri, in provincia di Teramo. L’incasso sarà devoluto a due associazioni che si occupano di bambini colpiti da gravi patologie. Sono in programma al palasport due partite: una fra formazioni di minibasket e una con gli azzurri Over che affronteranno veterani della zona – dove il basket è molto seguito – e dell’Abruzzo, una regione ricca di talenti nelllo sport dei canestri. Ad attirare l’attenzione sulla nazionale Over 70 è stata la trasmissione Portobello, che – pur con soli 4 minuti dedicati agli azzurri, ha dato loro una visibilità inattesa. Un appassionato locale ha riconosciuto in Tv Bob Quercia, che ai suoi bei dì aveva giocato a Roseto – non lontano da Atri - e lo ha interpellato. Affare fatto. Torneremo su questa iniziativa, e speriamo che ne seguano altre.
Articolo di Mario Natucci