Il 16 giugno 1938 l'Italia di Meazza sconfigge 2-1 il Brasile e si qualifica per la sua seconda finale Mondiale consecutiva. Vista da tutti come la finale anticipata, la partita tra gli azzurri e i sudamericani è la principale attrazione del torneo: l'allenatore brasiliano Adheniar Pimenta si rende protagonista di un errore di valutazione e, sentendosi già in tasca la qualificazione, decide di lasciare fuori squadra il cannoniere Leonidas.
La partita evolve diversamente: gli azzurri vincono 2-1 e si guadagnano il diritto di difendere contro l'Ungheria - che intanto supera senza alcuna difficoltà la Svezia - il titolo conquistato nel 1934 nell'edizione casalinga. Già sull'1-0 l'Italia ha la possibilità di raddoppiare su calcio di rigore: Giuseppe Meazza, l'uomo incaricato alla battuta, ha l'elastico dei pantaloncini rotto. Il bomber non ci pensa due volte e, tenendoseli con un mano, realizza il 2-0. Lo stesso Meazza dichiarerà poi che "tutti mi vennero incontro ma solo per nascondermi dalla folla mentre mi cambiavo i pantaloncini, non per congratularsi". In finale, l'Italia avrebbe bissato il titolo di quattro anni prima, battendo l'Ungheria per 4-2.