Cesare Prandelli si sfoga. Dopo la breve esperienza al Valencia, culminata con le dimissioni per contrasti con la società sul mercato, l'ex commissario tecnico della Nazionale azzurra dà la sua versione dei fatti in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Non potevo restare, ero delegittimato verso la squadra e i tifosi", il suo sfogo.
E' stata proprio la finestra invernale di mercato il pomo della discordia e Prandelli lo dice a chiare lettere senza troppi giri di parole: "Mi avevano promesso rinforzi, un investimento di 30 milioni poi molto ridotto. Ero stato a Singapore a parlare con la proprietà. Avevo detto: 'Ci sono problemi, ho bisogno almeno di un centravanti, due centrocampisti, un difensore esterno'. Risposta: 'Ok'. E vado su Zaza, ideale per il mio progetto. Chiudiamo con la Juve. Parlo con il papà, Antonio, e gli chiedo il permesso di contattare Simone. Lui ha carattere, personalità, è d’accordo e lo aspetto il 28 per il primo allenamento. Non posso perdere tempo. E invece la società blocca tutto. Mi prendo 24 ore di riflessione e poi mi dimetto: non abbiamo preso un giocatore... già preso. Missione finita".
Prandelli trova anche il modo di fare coraggio al Napoli, atteso dalla doppia sfida contro il Real Madrid negli ottavi di Champions. Sfida sulla carta proibitiva, ma l'ex ct non la pensa così: In Spagna il Napoli fa paura - rivela -. Quando nello spogliatoio abbiamo visto le partite di Champions, i giocatori mi hanno detto: 'Questa è la squadra più forte d'Europa'. Il Real non ha ancora vinto".