Maurizio Sarri è da pochi giorni ufficialmente il nuovo allenatore del Chelsea. Il club londinese, scegliendo per la propria panchina l'ex tecnico di Empoli e Napoli, ha dato continuità ad un binomio degli inglesi con l'Italia: il toscano è il quarto allenatore italiano negli ultimi 10 anni, dopo Ancelotti, Di Matteo e Antonio Conte, predecessore di Sarri ed esonerato poche ore prima della nomina ufficiale del nuovo allenatore. Ed è un binomio vincente, se si guarda alla storia del Chelsea e, soprattutto, proprio all'ultimo decennio.
Sarri è, in totale, il sesto allenatore italiano a sedersi sulla panchina del Chelsea. Il primo è stato Gianluca Vialli, che ha guidato i Blues dal 1998 al 2000, vincendo una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, una FA Cup e un Community Shield. Subito dopo è toccato a Claudio Ranieri, tecnico dell'ultima era pre Abramovich. Per l'ex Leicester, però, solo una finale di FA Cup ed un secondo posto in Premier League. Dopo cinque anni, arriva Carlo Ancelotti, che in due anni conquista Premier League, FA Cup e Community Shield, ma nella stessa stagione (2009/2010). Dopo un anno senza trofei, il Chelsea cambia: da Ancelotti a Roberto Di Matteo che, nel 2011/2012, vince l'FA Cup, ma soprattutto la prima, ed unica, Champions League della storia del club londinese. Infine, Antonio Conte, che all'esordio vince subito il campionato.
In totale, quindi, gli allenatori italiani hanno portato nella bacheca del Chelsea 11 trofei: i Blues, in totale, ne hanno conquistati 28. Se tra questi 11, inoltre, ci sono l'unica Champions League e ben 2 degli 8 campionati vinti (il 25%), la risposta al perché Abramovich continua ad affidarsi ad allenatori italiani è praticamente automatica. E Sarri, anche attraverso la sua filosofia di gioco, spera di emulare i suoi predecessori per entrare di diritto nella storia del Chelsea.