L'Arabia Saudita ritrova il Mondiale dopo 12 anni, e con lo stesso spirito: giocatori fatti in casa e un tecnico straniero a guidarli dalla panchina. Bert van Marwijk ha conquistato la qualificazione, ma la Federcalcio l'ha sostituito prima con Bauza e ha mandato via anche quest'ultimo dopo un paio di amichevoli deludenti, aprendo la strada a Pizzi: sarà il tecnico argentino, ex ct del Cile che vinse la Copa America Centenario nel 2016, a guidare gli arabi al Mondiale. Un Mondiale che aveva mancato pochi mesi prima col Cile, ma che lo vedrà comunque ai nastri di partenza.
Pizzi non avrà un compito facile: i Figli del Deserto, eccezion fatta per il debutto del 1994, sono sempre usciti al primo turno, col dramma dell'edizione 2002: nel Mondiale nippo-coreano, l'Arabia Saudita dello storico portiere Al-Deayea uscì senza segnare un solo gol e perdendo 8-0 contro la Germania.
Non sarà facile fare bella figura nel gruppo A, e così è giunta in soccorso la Spagna: alcuni giocatori della Nazionale sono stati mandati ''in stage'' dalla Federcalcio araba nella Liga spagnola. Tra questi, la stella Salem Al Dossari, che ha vestito (senza debuttare) la maglia del Villarreal: le sorti dell'Arabia Saudita passeranno da lui, dalle reti del bomber Al Sahlawi (23 gol in 24 presenze) e dalla solidità difensiva di Osama Hawsawi. Il capitano, 115 presenze in Nazionale, ha giocato anche nell'Anderlecht e vanta tantissima esperienza internazionale. Basterà per evitare il cucchiaio di legno?