Quando ti riaffacci al Mondiale a vent'anni dall'ultima apparizione, serve il ct ''giusto'', e il Marocco può dire di averlo: Hervé Renard è un vecchio volpone del Continente Nero, l'uomo capace di portare il modesto Zambia alla vittoria nella Coppa d'Africa 2012 e pronto a una nuova impresa. Quella di trasformare un Marocco da sempre inconcludente e diviso in mille anime in una squadra capace di sfruttare tutto il suo potenziale.
I primi segnali della crescita marocchina si sono visti nella Coppa d'Africa 2017, nella quale i Leoni dell'Atlante sono usciti ai quarti di finale, ma per arrivare fino in fondo serve un grande leader. E quel leader risponde al nome di Mehdi Benatia, che proverà a trasportare la buona condizione mostrata nella Juventus nel Mondiale: il centrale, dopo aver rivestito quel bianconero già assaggiato con l'Udinese, è tornato grande e ha disputato una stagione di assoluto valore, diventando il partner fisso di Chiellini nella retroguardia juventina. Per lui tante chiusure di valore, ma anche un errore da dimenticare contro il Real Madrid: al Mondiale troverà svariati protagonisti di quella squadra, e potrà sfogare tutta la sua voglia di rivalsa.
Benatia è l'anima granitica di un Marocco che ha tanta esperienza, ma anche talento da vendere e da disciplinare: la stella che potrà esplodere definitivamente a Russia 2018 è senza dubbio Hakim Ziyech, che da un paio d'anni spopola in Eredivisie e conta sul Mondiale per attirare le big europee e guadagnarsi un posto al sole. Chi invece ha già perso il primo treno è Younes Belhanda, che però si trasforma con la maglia dei Leoni dell'Atlante: lui, Ziyech e il sempreverde Boussoufa saranno i leader di una nazionale che non ha il grande bomber, e dovrà fare di necessità virtù. En-Nesyri, grande protagonista della Coppa d'Africa, è stato infatti escluso dai convocati.