Sempre al Mondiale negli ultimi 32 anni. Un dato che spiega bene la solidità della Corea del Sud, una nazionale che ha vissuto il suo sogno nella rassegna iridata organizzata in casa nel 2002: allora la rosa guidata dal perugino Ahn arrivò in semifinale, eliminando ai quarti l'Italia con la complicità dell’arbitro Byron Moreno. La squadra oggi è nelle mani del ct Shin Tae-Yong, un coreano che guida la Corea, ed è ''fatta in casa'': 12 dei 23 convocati, infatti, giocano in patria e hanno poca esperienza internazionale. I sudcoreani non vivranno un Mondiale facile. Nella lista c'è Lee Seung-Woo, poco scintillante quest’anno con la maglia del Verona.
La stella è Son Heung-Min del Tottenham, che ha fatto faville contro la Juve in Champions: proverà lui a trascinare i suoi, dopo il brivido provato a metà stagione. La legge sudcoreana infatti prevede che tutti i sudcoreani maschi debbano effettuare un anno di servizio militare obbligatorio, che i giocatori scontano nella squadra della Polizia, iscritta alla K-League. Anche Son ha temuto di doversi perdere un anno della sua carriera, ma il suo status di stella all'estero e una deroga l’hanno salvato. Non si è salvato invece Chang-Hoon Kwon: l'ala del Dijon, autore di 11 reti in Ligue 1, era l’altro protagonista annunciato della Corea del Sud, ma ha dovuto dare forfait per un infortunio. Andrà allora tenuto d’occhio il giovane Hwang, ammirato nel Salisburgo e possibile sostituto del ‘’francese’’.