"No, io non sono la superstar del Psg, sono solo l'allenatore e amo il mio lavoro". In un'intervista al quotidiano francese Le Figaro, Carlo Ancelotti traccia un primo bilancio della sua esperienza sulla panchina del Paris Saint Germain. I primi tre mesi di gestione del tecnico emiliano sono stati positivi. Il Psg guida la Ligue 1 con tre punti di vantaggio sul Montpellier e l'allenatore di Reggiolo è pronto a lottare fino alla fine: "Ho una forte responsabilità per la vittoria del titolo. Non sarà facile perché il Montpellier è una squadra ben organizzata, giocano insieme da tempo e questo è il motivo per cui sono molto competitivi".
L'ex allenatore del Milan si trova bene in Francia e vuole rimanere a lungo a Parigi: "Il mio contratto termina nel 2014, e spero di prolungare, ma questo naturalmente dipenderà dai risultati della squadra". In vista delle prossime elezioni in Francia si è parlato molto del compenso del tecnico che è diventato il mister più pagato nella storia del calcio francese. Ma Ancelotti resta sereno e controbatte: "Penso sia normale che i politici parlino del mio stipendio. Ma non prendo un euro in più di quanto non prendessi al Milan o al Chelsea. Lo stipendio del coach lo impone la legge di mercato".
Su Pastore, giocatore simbolo di questo Psg, il tecnico afferma: "Javier come Messi? E' difficile, ma Pastore ha la capacità di diventare un giocatore fantastico per il PSG. Ha bisogno di spazio per esprimere le sue qualità, può giocare in qualsiasi posizione a centrocampo e questo non è un problema per lui".
Rivolge Infine uno sguardo sul futuro della sua squadra: "La colonna portante deve essere francese, questo è importante. Ma vogliamo comprare buoni giocatori, siano essi italiani, brasiliani o francesi. Vogliamo migliorare la squadra con un mix di giovani che portino entusiasmo e elementi esperti. Oggi, - conclude Ancelotti - non pensiamo ad un reparto particolare, anche se stiamo cercando un grande attaccante".