“Come sto rispetto a quando avevo 35 anni? Sembra impossibile, ma sto meglio”. Gigi Buffon sta bene anche al Paris Saint Germain. Intervistato da France Football (nell’edizione in uscita domani) ha raccontato come si sia ambientato al meglio in Francia e abbia ritrovato stimoli e ambizione. “Non avevo idea di come gli altri calciatori mi avrebbero accolto – racconta -, ero anche un po’ preoccupato. Dopo 40 anni in Italia, non è facile cambiare vita. A volte finiamo per costruirci una zona di comfort e, per paura o per pigrizia, ci rifiutiamo di andarcene perché la novità è sempre spaventosa. Eppure, io sono l’esatto opposto. Mi piace mettermi in gioco, sono una bestia da competizione, mi piace progredire, mi piace affrontare le difficoltà e capire cosa si deve fare per essere in grado di superarle. E se mi sento meglio rispetto a cinque o sei anni fa forse è perché ho cambiato approccio al lavoro, alla mia età è tutta questione di motivazioni”.
Ha contribuito anche l’ambiente trovato in Francia: “Sono arrivato a Parigi come se fossi un giocatore come gli altri. È così che mi vedo e voglio essere considerato. Ho scoperto un gruppo di ragazzi fantastici e ho trovato anche molto piacevole ritrovarmi in uno spogliatoio come questo. Mbappè? Scherziamo e spesso ridiamo insieme. Mi dice sempre: ‘Mai nella vita avrei potuto immaginare, un giorno, di giocare con te’. Mi aveva visto giocare la finale dei Mondiali del 2006 contro la Francia quando era un ragazzino, ci eravamo ritrovati contro nella semifinale Juve-Monaco di Champions League nel 2017”. E poi la Juve, qualcosa più che il suo passato: “Ho lasciato compagni che erano campioni e ne ho trovati dei nuovi che lo sono altrettanto. Le cose non cambiano tanto come si può pensare. Conosco solo un modo per dare il meglio di me stesso e portare il mio contributo: fare le cose giusto al momento giusto, ed essere decisivi. Le gerarchie in porta? È impensabile avere un solo titolare per il ruolo e ha senso avere tre portieri. Una stagione è lunga, hai bisogno di tutti e non sai mai cosa può succedere. Champions? Voglio giocarci ancora, provare a fare del mio meglio e vivere ancora grandi emozioni. Non ne faccio però un’ossessione".