I Mondiali 2022, assegnati al Qatar tra mille polemiche, continuano a far discutere: i club hanno mal digerito quest'assegnazione, che costringerà a giocare il torneo a cavallo tra dicembre e gennaio stravolgendo la stagione (viste le elevate temperature estive), e mentre la FIFA lavora per trasformare questo torneo nel primo Mondiale a 48 squadre (anticipando la svolta prevista per il 2026), aumentano i problemi intorno all'edizione asiatica. I Mondiali qatarioti sono da tempo nell'occhio del ciclone per la scarsa sicurezza dei lavori di costruzione degli stadi: stando alle notizie circolate nei mesi scorsi, le opere di costruzione sarebbero parecchio indietro rispetto al previsto, e così gli emiri avrebbero deciso di sottoporre gli operai a turni massacranti e con sicurezza pari allo zero per finire tutto in tempo e magari anche in anticipo.
Il risultato è ovvio, e drammatico: molti operai hanno perso la vita, l'ultimo nella giornata di ieri, mentre lavorava alla costruzione dello stadio Al-Wakrah. Lo riporta Marca, specificando che si tratta di un 23enne nepalese che si era trasferito in Qatar proprio per lavorare al progetto-stadi: ignote le cause della morte, che non vengono specificate nel comunicato diramato dal comitato organizzatore, e anche le effettive date del decesso restano ignote. E così, per l'ennesima volta, Amnesty International e altre ONG attente al rispetto dei diritti umani hanno chiesto spiegazioni a chi sta sovrintendendo i lavori per Qatar 2022, senza ricevere risposta. Inizialmente queste organizzazioni si erano trovate di fronte un muro che negava i decessi sul lavoro, ora invece arriva qualche comunicazione a riguardo, anche se non tutti sono convinti: secondo Amnesty International i morti nei lavori per il Mondiale sono 1200, un numero drammatico se pensiamo che il torneo si terrà tra 4 anni e gli stadi saranno pronti solo nel 2021. La stima è di 4mila morti totali per costruire gli stadi di Qatar 2022, un dato assolutamente non accettabile. .