Quando gioia e sofferenza si misurano in dislivelli e non in chilometri - Niccolò Bulanti – Uomo in salita. Tentativi a pedali sulle erte di casa – ediciclo editore - Pag. 128 – Euro 14.00.
di Giuliano Orlando
Se uno parte con la nonna come primo riferimento, sicuramente del passato ha un grande rispetto. Che vada a piedi o in bici, fa poca differenza. L’autore ha scelto la spicciola, e chi vuol capire capisca. Le sue pedalate sono saggi filosofici, osservazioni panoramiche e abbracciano tutta la terra lombarda dove in fatto di montagne e quindi di salite, hai solo l’imbarazzo della scelta. Di sicuro per affrontarle devi mettere in conto fatica e sudore. L’alpinista Enrico Camanni, nella prefazione lo dice senza esitazioni: se sali compi un atto ribelle, sfidando le leggi della fisica. Lui questa legge la sfida con il contorno di riflessioni a tutto campo. Si sofferma ad osservare il panorama tra una salita e l’altra, come ad osservare lo stile e l’abbigliamento delle cicliste, che definisce più vispe, con lo sguardo libero da ogni sorta di ansia. Hanno gli occhi puliti e curiosi. Da figlio d’arte, parlando del padre, ricorda che fu una predestinazione, anche se avvenne solo a 35 primavere. Ne ha avute tre, l’ultima che ha sulle pedivelle parecchi anni. Viene indicata come quella nuova e la usa ancora, e mi piace riportare una sua considerazione: “Se la bici di mio padre fosse un ago, se la somma dei chilometri percorsi potesse ricarmarsi attorno al mondo, questo nostro pianeta assomiglierebbe ad un gomitolo”. Imperdibili per il lettore i preparativi dei suoi viaggi, durata media tre settimane. Il figlio, dopo aver visitato buon parte del mondo, ha deciso che nessun posto vale la sua regione, quella Lombardia dove è nato e cresciuto. Una stravaganza? Può essere, ma certamente anche la ricerca di se stesso, un modo di pedalare in apparenza uguale all’esercito di ciclisti di fine settimana eppure profondamente diverso e non solo nell’abbigliamento. Perché vi chiederete. La ragione principale è che il suo fisico ha due dimensioni. quella superiore da ex culturista possente, quella inferiore pur muscolata è filiforme, creando un contrasto evidente. E lui che fa? Copre dove è scarso e si abbiglia di conseguenza. E inizia un gioco di paralleli affascinanti. Si tornanti della Valtellina e quelli dello Stelvio, i saliscendi di Pedrarossa e le spinte verso l’alto da Morbegno e lungo la Val Masino, sono il copia e incolla di Uspallata in Argentina e anche Aconcagua e ci aggiunge pure- il Fuji di Hokusai dove l’azzurro è tutto. Bel libro, dai contrasti forti e dai concetti semplici, perché la fatica non ha colori ma diventa un capolavoro quando la avvolgi nella tua fantasia mentale trasformandola in religione dell’anima. Resta il fatto che ha saputo trasformare ogni sua pedalata in storie dal fascino notevole, anche al buio, quando la ruota posteriore della bicicletta, come una cerniera lampo richiude la notte sulla strada. Giuliano Orlando