E' ancora sanguinante la ferita dell'esonero da tecnico del Leicester per Claudio Ranieri, lui che solo qualche mese prima ha firmato un vero e proprio miracolo portando le Foxes al titolo della Premier League. "Pensando all'esonero di Leicester la prima cosa che mi viene in mente è il senso di sorpresa, ancor più dell'amarezza: ne avevo passate tante, nella mia lunga carriera, ma una cosa come questa mai. È stato uno shock. Anche se in fondo, queste cose fanno parte del calcio", ha spiegato.
L'allenatore di Testaccio, ospite al teatro del carcere di Rebibbia nella cerimonia dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio, che ha premiato tutti gli allenatori del Lazio che avevano vinto il campionato di competenza, ha preferito non rispondere a chi gli chiedeva un commento sulla rinascita del Leicester dopo il suo addio: "Sky Inghilterra mi ha chiesto di commentare una partita, il 10 aprile, e ho accettato. E fino a quel giorno non voglio parlare. Perché tutto è nato in Inghilterra, e dall'Inghilterra mi sembra giusto ripartire".
Nei racconti di Ranieri c'è spazio anche per qualche ricordo: "Il mio mondo è questo: ho cominciato ad allenare in Interregionale, a Catanzaro: c'erano campi in terra battuta, a volte mancava l'acqua, a volte i birilli, ho dovuto fare tutto da solo. E non mi sono legato a nessun carro, quello che ho ottenuto, nel corso degli anni, l'ho avuto solo con i risultati sul campo".
E infine si è lasciato andare alla commozione parlando a Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, città fortemente colpita dal terremoto, che nell'edizione dell'anno scorso era stato premiato per aver vinto il campionato con il Trastevere: "Il vero gigante è lui, io sono solo un allenatore che ha avuto la gioia di vincere un campionato con una fantastica avventura e poi di vivere il dispiacere per quello che è accaduto dopo. Abbiamo fatto un'impresa a vincere il campionato con il Leicester, mi auguro che la prossima sia far rinascere Amatrice e il suo territorio".