José Mourinho aveva giurato: "Mi difenderò in qualsiasi modo. Arriverò fino al Tas per chiedere verità". Lo Special One non digerì proprio la squalifica di quattro turni che la Commissione Disciplinare dell'Uefa gli comminò per le pesanti accuse ai presunti poteri forti del Barcellona nella conferenza stampa post semifinale di Champions League, lo scorso maggio.
E invece il tecnico del Real Madrid ha cambiato idea. Dopo che la Corte d'Appello del massimo organismo calcistico europeo gli ha tolto una giornata di stop, il portoghese è soddisfatto e non proseguirà nella sua battaglia personale al Tribunale Arbitrale dello Sport: "Quando andai all'Uefa - ha raccontato qualche giorno fa -, parlai per cinque-sei ore e al termine del colloquio mi sentii con 10 anni in meno, più forte, più giovane. Dissi tutto quello che volevo dire. E quando mi ridussero la squalifica di una partita, capii di avere ragione. Significò molto per me e per il mondo del calcio".
Così Mourinho, che ha già scontato uno dei tre turni di stop nella semifinale di ritorno della scorsa Champions League, dovrà seguire dalla tribuna i match contro Dinamo Zagabria e Ajax. E fino al 2014 resterà sotto osservazione della Uefa: solo in caso di buona condotta eviterà ulteriori due giornate di squalifica.