RIFLESSIONI SULL’ITALIA DOPO GLI EUROPEI SCHOOL DI MARIBOR
di Giuliano Orlando
Un famoso allenatore di calcio, che al momento allena la Roma, sosteneva che se ottieni “zero tituli” non sei nessuno. Il bilancio degli europei schoolboy disputati a Maribor in Slovenia per l’Italia maschile è stata di “zero tituli”, contro un argento e tre bronzi del 2022 in Turchia, confermando quanto ho scritto presentando l’evento. Gli azzurrini guidati da Patrizio Oliva, sul ring sono apparsi scolaretti dell’asilo di fronte a rivali delle medie. I nostri mostravano un gap di inesperienza impressionante e deprimente. Tutti, nessuno escluso. D’altronde, non poteva essere diverso, quando ci presentiamo all’evento con una media tra i 10 e i 15 incontri, di fronte a rivali che ne hanno il triplo e anche oltre, con almeno un anno di ring superiore. La scarsissima attività dei settori è un problema endemico, irrisolto da anni. Non c’entrano i tecnici, al momento non ancora attrezzati per i miracoli anche se ci provano ogni volta. Unica eccezione Valeria Calabrese, responsabile del comparto femminile, motivatrice eccezionale che riesce a ottenere risultati altrettanto eccezionali. La questione è un problema che riguarda la federazione, il cui attuale presidente abbonda in discorsi e proclami sul sito che, leggendoli recepisci quanto le nostre nazionali veleggino col vento in poppa, generalizzando e non entrando nel merito specifico. La base, ovvero i più giovani e anche altre categorie navigano nelle nebbie della provvisorietà assoluta. Per fare un esempio, le e gli U22 che a novembre disputeranno gli europei a Baku in Azerbajan, sono da sei mesi in bacino di carenaggio. A Maribor dei sette scolari maschi presenti, cinque sono usciti all’esordio, solo due hanno vinto un match, venendo eliminati al secondo. Un bilancio umiliante. Meglio il bilancio di greci e ciprioti, kosovari e serbi, sloveni e altre nazioni fino a pochi anni addietro inesistenti, per non parlare di inglesi, irlandesi, azeri, georgiani, armeni che l’hanno fata da padroni.
Di questa realtà il presidente sorvola, soffermandosi per contro, con dovizia di particolari su un articolo di un giornalista che fino a tempi non lontani, fustigava la politica federale senza eccezioni di sorta. Ergendosi a paladino e nume tutelare della disciplina, spiegando al colto e all’inclita come e cosa avrebbe dovuto fare la federazione per orzare sulla giusta direzione. Piccolo particolare, questa persona, da decenni vede gli eventi dal piccolo schermo. Ma da un anno ha cambiato opinione, nessuna critica, limitandosi a suggerire ai tecnici come insegnare e ai pugili la tattica da usare. Grazie a questi consigli, alcuni azzurri sono saliti sul podio! Parere condiviso anche dal presidente, leggendo la sviolinata apparsi sul sito federale, che ha toccato punti imbarazzanti. Personalmente non mi ha sorpreso, ricordando che incrociando il presidente a Milano, mi confessò che avrebbe fatto l’impossibile per riportare questo collega nell’alveo federale, ritenendolo la firma più importante del settore. Penso sia sulla buona strada, anche se certe conversioni “spontanee”, non mi hanno mai convinto. Peccato non possa prendere la direzione di Boxe Ring, avendo il CF e quindi il presidente, cancellato la centenaria pubblicazione, ritenendola obsoleta e improduttiva. Risparmiando inoltre ben 25.000 euro all’anno! So che al contrario di altri articoli, il presidente ignora i miei, quindi quanto scrivo servirà come informazione per altri. Che magari trarranno le loro personali riflessioni. Ultima annotazione: su Boxe Ring ho scritto parecchio da diversi decenni e ne sono stato anche direttore. Negli ultimi anni, fungevo come inviato speciale a costo zero. Salvo un paio di interventi, su oltre cinquanta trasferte sostenute. In aggiunta, la mia presenza agli assoluti. Per la precisione in alcune occasioni hanno anche dimenticato di invitarmi, per cui ho pagato personalmente viaggio e soggiorno. Altra richiesta, l’invio al mio indirizzo di due numeri della pubblicazione. Il mio contributo è stato di una media di una decina di servizi a numero. Boxe Ring ha chiuso l’ultimo numero alla fine del 2022. In maggio ho chiesto educatamente se potessero inviarmelo, visto che rappresentava l’addio e anche un impegno della FPI nei miei riguardi. Mi è stato risposto che al momento erano troppo impegnati per questa operazione. Infatti ad agosto inoltrato sto ancora aspettando l’ultimo numero.
Debbo quasi tutte le trasferte a Franco Falcinelli, ai vertici mondiali ed europei fino alla scorsa stagione, col quale mi unisce una lunghissima amicizia, anche se non sempre condividiamo le stesse opinioni. Ciò non significa mancanza di rispetto semmai il contrario. L’EUBC mi ha anche premiato per la lunga attività a favore del pugilato dilettantistico, al contrario della FPI. Dopo questo servizio, dubito di poter ricevere l’ultimo numero. Conoscendo la loro suscettibilità. Potrei raccontare episodi al riguardo, ma preferisco sorvolare. Tanto non cambierebbe nulla. Semmai il contrario. I meno giovani ricorderanno che sui tram degli anni ’70, i passeggeri potevano leggere in bella evidenza la scritta “Non disturbare il manovratore”, lo stesso avviso vige anche alla FPI.
Giuliano Orlando