L’altra sera all’Allianz è tornata la boxe con la B maiuscola, grazie alla Matchroom Boxing Italy dei Cherchi, che hanno voluto chiudere il 2020 all’insegna della continuità, nonostante le difficoltà oggettive tra cui l’annullamento del silver WBC leggeri, tra Francesco Patera (23-3), colpito dal Covid 19 e Devis Boschiero (48-6-2). L’altro evento clou riguardava la difesa europea supergallo di Luca Rigoldi (22-2-2), 27 anni contro lo sfidante inglese Gamal Yafai (18-1). Il titolo, al termine di dodici round intensi e spettacolari, ha varcato la Manica approdando a Birmingham, dove risiede Yafai, che ha meritato la vittoria, dimostrando un repertorio superiore in fatto di velocità e precisione, in particolare nella fase iniziale e in quella conclusiva. Lo sfidante confermava di essere pugile molto valido, anticipando un Rigoldi meno rapido del solito, anche se confermava lo spirito battagliero. Yafai sapeva colpire rapido, sopra e sotto, evitando le repliche del veneto. Questo nei primi tre round, Sotto l’incitamento dall’angolo del suo maestro Gino Freo, Luca incrementava il ritmo offensivo costringendo lo sfidante a chiudersi in difesa, per evitare danni. La fase centrale era la migliore per Rigoldi e quando si sperava che mantenesse il ritmo negli ultimi round, era la volta di Yafai a comandare il gioco, colpendo con precisi sinistri e destri sopra e sotto. Non che Rigoldi facesse da spettatore, ma nel computo totale la migliore qualità dello sfidante si faceva preferire da parte dei tre giudici italiani. Il loro giudizio era unanime. Due segnavano 116-112, già abbastanza generosi con l’ospite, mentre Poggi, solitamente molto equo, vedeva un improbabile 119-109, andando largamente fuori dalla realtà vista sul ring. Un simile giudizio relegava Rigoldi al ruolo di semplice comprimario, vittima di un avversario che lo avrebbe dominato. Questo non è avvenuto, anche se purtroppo i numeri dei giudici sono inappellabili. Ragion per cui prima di emetterli, dovrebbero riflettere. Vittoria meritata dell’inglese, ma non un dominio e questo va sottolineato. Yafai, dopo la vittoria confermava che questo successo è solo una tappa verso il mondiale: “Sapevo di essere superiore a Rigoldi, che avevo visionato nei filmati. La tattica studiata in palestra ha funzionato bene. Chi pensava che avrei ceduto nel finale sbagliava e l’ho dimostrato sul ring. Penso di difendere il titolo un paio di volte e poi punterò al mondiale”. Rigoldi ha accettato la sconfitta con molta delusione: “Speravo di farcela, anche se ho faticato moltissimo a fare il peso e questo mi è costato il titolo. Quando nel finale ha provato ad aumentare l’offensiva le braccia non rispondevano al cervello. Yafai è bravo, ma in condizione ottimale, l’avrei battuto”. Il suo maestro Freo è d’accordo con l’allievo: “Il covid ci ha messo lo zampino. Troppe le chiusure in Veneto e Luca doveva trasferirsi da Thiene a Piove di Sacco e questo ha creato problemi in una situazione delicata. Inoltre dovremo valutare se restare nei supergallo o passare nei piuma. Certo, quando leggi un cartellino che assegna tutti i round all’inglese, ti cascano le braccia. Emesso da un giudice italiano. Solo noi siamo così bravi”. I Cherchi hanno allestito una serata ottimale anche sul piano scenografico, con i grandi poster lungo le tribune, in una bomboniera come l’Allianz che è fatto per la boxe in maniera perfetta. Salvatore Cherchi che ha allestito anche una grande serata a distanza di pochi giorni a Rozzano, per ricordare Saverio Parente, scomparso nel 2005 e dimenticato, nonostante il grande apporto che ha dato al movimento pugilistico a Rozzano, non intende arrendersi: “Sarebbe stato bellissimo ci fosse stato il pubblico – mi confessa -, che stava riscoprendo il piacere di seguire il pugilato dal vivo. Speriamo che questa follia del virus si esaurisca al più presto, perché di idee con i miei figli Christian e Alex ne abbiamo parecchie. Intanto abbiamo chiuso l’anno offrendo boxe spettacolare sia pure solo con DAZN, ma mantenendo la continuità con i tifosi”. Nel mondiale femminile IBF superpiuma, la francese Malva Hamadouche (22-1), 31 anni si è confermata una furia scatenata contro la quale la giovane serba Nina Pavlovic (6-4-1), 23 anni, ha saputo opporre coraggio da vendere, ma non al punto da poter contrastare un rivale che potrebbe battersi alla pari con tanti maschi. La Pavlovic si è arresa all’ottavo round, ormai svuotata di forze, dopo aver mostrato buoni fondamentali, ma assoluta mancanza di potenza. Alcune belle combinazioni che arrivavano a bersaglio, sembravano carezze, mentre la francese dagli occhi di ghiaccio, quando colpiva e lo faceva con un ritmo impressionate, affondava nel corpo della rivale come fossero proiettili. Hamadouche ha una sola tattica che fino ad oggi è risultata vincente, quella dello scambio corto, dove è superiore a tutte nei superpiuma. L’unica volta che ha dovuto accettare la sconfitta risale al 2015, contro l’ex pluricampionessa belga Delfine Persoon, per il mondiale leggeri WBC. L’unica che ha saputo evitare lo scontro ravvicinato ma anche l’unica capace di costringere la grande Katie Taylor ad un verdetto di split decision nel 2019. Proprio l’irlandese è il traguardo della transalpina. “Ho già detto ai Cherchi – la scuderia che la guida – di portarmi sulla strada della Taylor, il traguardo della mia carriera. La Pavlovic era troppo tenera per impensierirmi. Ho fatto un buon allenamento, in attesa di sfide più impegnative”.
Alex Cherchi mi confessava che il WBC gli avrebbe concesso di battersi per il Silver tra Boschiero e Gonzales, ma la cosa non gli interessava: “Un Silver deve essere credibile e appena Patera esce dalla quarantena si dovrà preparare contro Boschiero per la conquista della cintura. Quando? Pensiamo già a febbraio- marzo a Milano. Voglio chiarire che Gonzales non è stato chiamato all’ultimo momento, ma era in programma e ha solo cambiato l’avversario. Personalmente penso che la sfida con Boschiero era finita in parità”. Il match tra Boschiero, l’inossidabile chioggiotto (39 anni) e il venezolano Samuel Gonzales (22-7-1), 32 anni, lunga esperienza in Messico (2013-2016) e un fisico da superleggero, non è stato un modello di eleganza, i due apparivano tesi e nervosi e l’andamento è stato lo specchio di questa situazione. Boschiero ha cercato di attaccare, ma la differenza di altezza e l’allungo di Gonzales che in fatto di esperienza non è secondo a nessuno, erano un ostacolo spesso insuperabile. In aggiunta l’arbitro Rozza incapace di prendere decisioni chiare, ha fatto il resto. Dieci round spesso confusi, anche se battagliati, che due giudici hanno assegnato a Boschiero e il terzo a Gonzales. Forse il pari sarebbe stato il verdetto più esatto. Probabilmente ha pesato l’eccessivo uso degli abbracci di Gonzales, tesi ad evitare l’azione di Boschiero a corta distanza. Il debutto in Italia del campione europeo superleggeri, recente acquisto dei Cherchi, il mancino Sandor Martin (37-2), 27 anni, contro il giovane Nestor Madiagra (8-10-1), 19 anni, nato in Nicaragua, residente a Venezia, attivo in Italia dove ha incontrato Morello, Valentino e Gianluca Picardi perdendo ai punti, è risultato un allenamento sulle otto riprese a senso unico. Martin che aveva conquistato l’europeo nel 2019 a Barcellona, battendo prima del limite Daniele Scarpa, si è confermato pugile di buon livello, mobile e veloce, preciso ed esperto. La bravura del suo avversario è stata quella di aver retto fino al termine degli otto round. Anche se ha finito esausto e un bilancio di tanti pugni subiti. A questo punto, lo spagnolo dovrebbe difendere la cintura contro Enoch Poulsen (11), nativo dello Zambia, residente ad Aarhus dal 2002, attuale titolare dell’Unione Europea. Christian Cherchi chiarisce che è da escludere possa andare in Danimarca: “Bettina Palle non si è fatta mai sentire, quindi Poulsen dovrà andare in Spagna e anche in Italia per tentare la conquista. Diversamente valuteremo il da farsi”. L’apertura ha visto il confronto nei superwelter tra il romano Mirko Natalizi (9) e Manuel Largada (9-10-6), 26 anni di Panama, residente in Spagna dal 2012, che i milanesi ricordano molto bene, quando nel 2017 costrinse al pari Maxim Prodan dopo 6 round di fuoco e nella rivincita nel 2018, messo KO alla sesta ripresa dall’ucraino, ma fino a quel momento indietro nel punteggio. Un confronto molto atteso che Natalizi ha superato con una sicurezza oltre le attese. Fin dall’avvio ha imposto il suo ritmo di colpi lunghi, tenendo a distanza un avversario che cercava in ogni modo di accorciare la distanza per scaricare le pesanti bordate che avevano messo in difficoltà Prodan, Niente da fare stavolta, Natalizi lo centrava sempre più spesso e nella prima ripresa Largada non è mai riuscito a trovare l’avversario. Nel secondo round l’ospite parte come una furia, ma il romano non apre varchi e lo punisce col montante. A gioco lungo, la potenza di Natalizi fa la differenza. Largada spara sventole che fendono l’aria, mentre Natalizi lo sfianca con montanti al corpo e diretti in faccia. Anche se l’americano è un duro, la fine è vicina. All’avvio del terzo round, nuovo tentativo di Largada che naufraga contro le repliche dell’italiano, concentrato e lucido. Sull’ennesima scarica sopra e sotto, l’arbitro interviene per evitare guai maggiori ad un pugile groggy, giunto al limite della resistenza. Segnato in viso, l’occhio destro chiuso e la gambe malferme. Sicuramente il miglior match del romano. Che dopo la vittoria esprime un desiderio: “Sono stato campione italiano nei dilettanti, vorrei diventarlo anche da professionista. Magari sfidando il vincitore tra Segura e Falcinelli che si batteranno in febbraio per la cintura vacante. Poi andrò avanti a livello europeo”. Da Milano a Rozzano, cittadina a Sud della metropoli, altro appuntamento in guantoni sabato 19 dicembre nel Palasport che porta il nome di Salvatore Laserra, pugile di Rozzano, scomparso nel 2005, grazie all’interessamento del sindaco Gianni Ferretti e dell’assessore allo sport Domenico Anselmi. Anche in questo caso organizza a famiglia Cherchi, che ha allestito questa serata per ricordare Saverio Parente, uomo di sport di grande generosità e partecipazione. Presidente della Rozzano Boxe e poi della gloriosa Unione Lombarda, si è speso per anni nella promozione della boxe. Scomparso nel 2005, lasciando la moglie Anna e le cinque figlie: Loredana, Imma, Giuseppina, Antonella e Carla, l’ultima della numerosa nidiata, speaker, ex arbitro e oggi consigliere nel comitato regionale presieduto da Massimo Bugada, a conferma che certe radici non si dimenticano mai. Alex Cherchi intende dare spazio a pugili in ascesa e a giovani promettenti, deciso a ricostruire una base di professionisti, mancata per troppi anni. “Puntiamo sul welter Nicholas Esposito (12), di 26 anni, molto spettacolare, beniamino al Principe. Suo avversario Giovanni D’Antoni (11-9-3). Sfida che può rappresentare una semifinale verso tricolore della categoria. Proponiamo anche un altro giovane imbattuto come il superwelter Samuel Nmomah (13), atleta potente oltre all debutto di tre pugili tra i quali il ventenne romano Armando Casamonica, campione italiano dilettanti in carica nei superleggeri”. Il cremonese Nicholas dal passaggio nei pro, presenta una striscia di dodici vittorie. Per arrivare a quota sedici deve battere il siciliano Giovanni D’Antoni, pugile con la valigia, ostico alla resa. Il superwelter Samuel Nmomah ha 23 anni, originario della Nigeria, vive a Novara dove assieme al gemello Joshua, professionista a sua volta, è cresciuto sotto la guida del maestro Marco Crestani, che gli ha fatto da insegnante e da genitore. Professionista dal 2016, ha sempre vinto. Trova Ognjen Roukovic (6-17), 26 anni che arriva dalla Serbia, ha 25 anni, già visto contro i vari Roncon, Manco, Guttà, Sabau, Morello, Lazzareto, Esposito e Papasidero, vincitori ma sempre ai punti. Vedremo se le bombe di Samuel faranno breccia nella resistenza di Roukovic. Da seguire i tre debuttanti. Il superleggero Nicolò Amore, 26 anni, allievo della Ring Side di Rimini, affronta il non più verde Antonio Casali (3-4-1) 41 anni, anche lui emiliano, pro dal 2016, da non prendere sottogamba, per non fare la fine di Marco Massignan, che al debutto a Schio il 20 settembre 2019, finì KO al primo round. Il leggero Luca Grusuvin è un ventenne, nato nel bellunese, allievo di Angelo Valente che ha una folta scuderia di atleti negli sport da combattimento. Luca debutta contro il coetaneo serbo Marko Rodenovic (0-2), già visto a Trento l’11 novembre 2019, sconfitto da Dalton Smith (6), una delle speranze inglesi della categoria. Il terzo debuttante è il più atteso, si tratta del superleggero romano Armando Casamonica, classe 2000, campione italiano in carica, che ha preferito la carriera odierna del professionismo al futuro in azzurro. Lo scorso dicembre a Roma, conquista il titolo assoluto e la prestigiosa Coppa, quale miglior pugile del torneo. Già formato atleticamente, ha buona visione tattica, pugno abbastanza pesante e tanta ambizione. La prima tappa contro Milovan Dragojavic (0-21-3) di 23 anni, altro serbo. Per Rozzano un ritorno al pugilato di qualità, assente da molti anni. Con i famigliari di Saverio Parente partecipi nel ricordare un grande uomo e un grande sportivo. Sempre sabato 19 dicembre grande sfida fissata a Sant’Antonio nel Texas, tra il messicano Saul Alvarez (53-1-2) e il tosto inglese Callum Smith (27), in palio la cintura di supercampione supermedi WBA e il vacante titolo WBC. Per la prima volta Alvarez, non avrà come organizzazione la Golden Boy, ma si gestirà da solo. A livello di curiosità, sabato ad Amburgo, torna a combattere l’ex campione del mondo Felix Sturm (40-5-3), 41 anni, dopo uno stop di quattro anni, in carcere per frode fiscale, contro Timo Rost (10-0-2), nella serata allestita dal turco Ismael Oezen che ha rilevato la gloriosa Universum Promotion; sul ring anche il varesino, da anni cittadino ungherese Giuseppe Lauri (56-21) attivo dal 1997, 44 anni, chiamato ad affrontare l’imbattuto tedesco Bujan Tahiri (6) che ha la metà dei suoi anni, al limite dei supermedi. A Kinshasa (Repubblica Popolare del Congo), il campione del mondo cruiser WBC, Illunga Makabu (27-2) difende la cintura contro il nigeriano Olanrewaju Duradola (34-7), 40 anni, attivo dal 2011, giramondo alla prima opportunità iridata.
Giuliano Orlando