Medaglia doveva essere, medaglia è stata. E del metallo più prezioso, quell'oro che consegna Gregorio Paltrinieri - carpigiano che compirà 22 anni il 5 settembre - alla storia del nuoto italiano. Lui, felicissimo sul podio ad ascoltare l'inno di Mameli, a fine gara e a premiazione conclusa è in realtà un vulcano di emozioni: "E' una gioia indescrivibile - dice -. Ho sofferto tanto perché non era facile sopportare tutta questa pressione. E' stata più dura del previsto non tanto fisicamente, ma dal punto di vista psicologico. La medaglia sembrava scontata, se l'aspettavano tutti, ma non lo è mai. Non avevo paura di niente, ma ad un certo punto mi è arrivata una botta clamorosa e volevo solo toccare per primo".
Una finale dominata, vinta con quasi 5 secondi di margine sullo statunitense Connor Jaeger ma con un tempo (14'34"57) che non è bastato per migliorare il record del mondo: "Un po' dispiace - ammette Paltrinieri -. Volevo il primato mondiale, so di valerlo e prima o poi lo farò. Sono partito forte per scoraggiare i miei avversari, il piano gara era perfetto".
E sul podio Greg non era certo solo. Sul gradino più basso con lui c'era Gabriele Detti, splendido bis di bronzo a Rio 2016 dopo il terzo posto nella finale dei 400 stile libero. E il livornese non invidia certo il suo compagno iridato, anzi: "Questa medaglia è qualcosa di veramente speciale - dice il livornese che compirà 22 anni il 29 agosto -. I 400 stile libero sono belli, ci tengo di più, ma questo podio è quello che volevamo da cinque anni, da quando io e Gregorio ci alleniamo insieme. Sono senza parole e sono contentissimo. Per quanto mi riguarda, essere riuscito a conquistare due medaglie mi rende ancora più orgoglioso di essere italiano, è il sogno che hai quando inizi a fare sport. Ma realizzarlo è un'altra cosa".