L'incredibile è successo. Niccolò Campriani vince un clamoroso oro, il secondo della sua Olimpiade, trionfando anche nella carabina 50 metri tre posizioni al termine di una finalissima pazzesca: argento al russo Kamenskiy, che fallisce il tiro della vittoria regalando il metallo più prezioso all'azzurro. E' il settimo oro della spedizione italiana a Rio 2016, la 19esima medaglia complessiva. Ma è anche il terzo oro olimpico per un immenso Campriani.
Il tiratore di Firenze entra dunque nell'Olimpo del tiro a segno e dello sport italiano. In questo caso si può parlare anche di fortuna, o di capacità di mettere pressione agli avversari: ma la gara che garantisce il terzo oro olimpico in carriera (carabina 50 metri 3 posizioni a Londra 2012 e Rio 2016, carabina 10 metri aria compressa sempre in Brasile) all'azzurro è davvero da tachicardia. E Campriani c'era arrivato da ottavo, con una rimonta nel turno eliminatorio che già aveva del clamoroso.
Poi la finale: Campriani prende subito in mano la situazione e ingaggia un duello rusticano con il russo Sergey Kamenskiy. Gli avversari si staccano presto, a vincere il bronzo è il francese Alexis Raynaud con 448,4 di punteggio complessivo. Gli ultimi due tiri sono un'agonia: Campriani piazza 9,2 e 9,3, le speranze dorate sembrano svanire. E invece Kamenskiy, paralizzato dalla tensione, sparacchia un 8,3 che fa impazzire l'Italia: finisce 458,8 a 458,5. L'Olimpiade del tiro azzurro si chiude nel migliore dei modi, ed è giusto che fosse ancora Campriani a completarla.
"Ero a pezzi, se ci fosse stato un altro tiro avrei certamente perso - le parole di un Campriani emozionato e onesto -. Oggi il migliore è stato Kamenskiy, io ero già stato bravo e fortunato ad arrivare in finale. Nelle ultime notti, dopo l'oro dai 10 metri, ho dormito davvero pochissimo: non reggevo fisicamente, eppure è arrivato un altro oro. Sono stato fortunato, l'unico errore di Kamenskiy in tutta la gara è stato quello di voler tirare dopo di me".