I risultati di Miami, Montecarlo, Francia e Polonia.

Pubblicato il 8 novembre 2023 alle 15:11
Categoria: Boxe
Autore: Redazione datasport.it

 

I risultati di Miami, Montecarlo, Francia e Polonia.

L’11 novembre Stephanie Silva tenta il WBC supermosca a Long Beach. Natalizi torna con la OPI82, Sarchioto debutta negli USA.

di Giuliano Orlando

A vivacizzare il primo week end di novembre ci ha pensato Don King, un giovanotto di 92 anni, che nel pugilato ci vive da quando è nato, sopravvissuto ad ostacoli che avrebbero cancellato qualsiasi addetto ai lavori. Il baldo gigante di colore, boss assoluto dagli anni ’60 a fine secolo, guidando più o meno correttamente campioni come Muhammad Alì e Mike Tyson. Oggi fatica a competere con gli attuali big del settore, ma riesce a mettere ancora la sua firma su eventi titolati. Quello di sabato al Casino Miami Jai-Alai riguardava il vacante mondiale WBC dei cruiser. In lizza l’armeno Noel Gevor noto come Norair Mikaeljan (27-2), 33 anni, residente in Germania, pro dal 2011. Due sole sconfitte in carriera, nel maggio 2017 col polacco Krzysztof Wlodarczyk e Mairis Briedis, novembre 2018, in palio la cintura WBC. Nel febbraio 2022 a Riga (Lettonia), battendo il non più verde congolese Youri Kalenga (27-7), di stanza in Francia, conquistava il WBC Silver. Per il mondiale WBC, doveva superare Ilunga Makabu (29-4), congolese di 35 anni, abitante in Sudafrica. Già campione WBC cruiser nel gennaio 2020 su Michal Cieslak. Dopo averlo difeso un paio di volte, veniva scalzato quest’anno dallo svedese di origine namibiana Badou Jac (28-3-3), kot nel 12° round. Badou pochi mesi dopo lasciava il titolo per salire nei bridger WBC, per completare il poker dopo le cinture supermedi, mediomassimi e cruiser. A Miami Noel Mikaelyan si è dimostrato troppo superiore, imponendo un ritmo offensivo al quale l’africano non è mai stato in grado di replicare. Nel secondo round l’armeno costringeva l’avversario al primo conteggio, la conclusione nel terzo. Vittoria troppo facile in rapporto alle attese, facilitata dalla difficoltà da parte di Makabu ad entrare negli USA. Come l’usura di una carriera iniziata nel 2008, lungo la quale ha affrontato e battuto rivali di qualità come Glen Johnson, Eric Fields, Thabiso Mchunu, Dmitry Kudryashov e Dmytro Kucher. Nel cartellone, sfilata di massimi, Jonathan Guidry (20-1-2), 33 anni, pro dal 2014, con vittorie su avversari di peso, compresa quella recente contro Bername Stiverne (25) il veterano di Haiti, 45 anni, pro dal 2005, rivale da temere sempre per la potenza. Guidry lo scorso anno, ha combattuto alla pari con l’allora campione WBA Trevor Bryan, finendo sconfitto per split decision. Non desta sorpresa la vittoria sul portoricano Jesus Escalera (19-1), 43 anni, passato pro nel 2022, attività frenetica in patria: venti incontri in dodici mesi, forse troppi, messo KO nel round iniziale da barbuto rivale della Luisiana. Impresa di Cassius Chaney (23-1), 36 anni, pro dal 2015, ai danni di Trevor Bryan (21-1), 34 anni, pro dal 2011, già iridato WBA. Cheney ha fatto valere la maggiore potenza, mettendo kd. Bryan nel secondo round che orgogliosamente ha cercato il recupero nelle riprese seguenti, ma quando Cheney ha infittito i colpi, un destro devastante spegneva le luci a Bryan, rimasto a lungo al tappeto.                                                                                                                                                      

Nell’altro appuntamento di rilievo, alla Salle Medecin del Casino di Montecarlo, per la regia di Eddie Hearn, il gallese Joe Cordina (16), 31 anni, un decennio di attività nei dilettanti dal 2007 al 2016, culminata con l’oro europeo nel 2015 e la presenza ai Giochi di Rio 2016, vanta due vittorie sul nostro Domenico Valentino, sia pure per ferita e wo. Pro dal 2017, coglie la cintura superpiuma IBF sul ring di Cardiff a spese del giapponese Kerichi Ogawa (28-2-1), 35 anni, pro dal 2010, fulminato al secondo tempo da un preciso destro al mento. Alla prima difesa contro Edward Vazquez (15-1), 28 anni, pro dal 2016 arrivato dal Texas imbattuto e deciso a capovolgere il pronostico avverso. Cordina ha respinto l’assalto, cambiando il suo stile solito, trasformandosi in fighter più per orgoglio che per vocazione, disputando dodici round di battaglia, accettata con entusiasmo da Vazquez che ha lottato con grande generosità. Il pubblico ha gradito con lunghi applausi lo spettacolo. Cordina mantiene il titolo, lo sfidante torna a casa sconfitto, ma soddisfatto della buona prova. Chi invece dovrà riflettere amaramente sugli errori di presunzione è il giovane sudafricano Sivenathi Nontshinga (12-1), 24 anni, pro dal 2017, giunto a Montecarlo imbattuto e favorito, tornato a casa senza la coroncina IBF minimosca e il record macchiato dal KO subito contro il coetaneo Adrian Curiel (24-4-1), messicano dal record non certo eccezionale, pro a 17 anni nel 2016, capace di cogliere l’attimo favorevole al secondo round, mettendo a frutto  l’apertura nella difesa del sudafricano, per scagliare un destro velenoso e potente, capace di addormentare ben oltre il conteggio l’ormai ex campione. Strano destino per Nontshinga, che aveva conquistato il titolo lo scorso anno battendo a Hermosillo in Messico il locale Hector Flores (20-2-4), 30 anni, incantando il pubblico per la prova offerta e un altro messicano lo ha punito duramente. Non ha potuto trattenere le lacrime, la non più verde Ramla Ali (9-1) 34 anni, inglese di nazionalità ma somala di nascita, quando l’arbitro le ha alzato il braccio in segno di vittoria contro Alejandra Guzman (13-3-2), che significava il titolo supergallo IBF. Lo scorso giugno a News Orleans (USA) la messicana aveva chiuso la sfida valida per l’Intercontinentale IBF all’ottavo tempo, mettendo al tappeto Alì a giochi ancora aperti. Stavolta la battaglia è arrivata al decimo round e l’inglese da buona formichina, ha preso vantaggio nella parte centrale, contenendo il recupero della messicana. Concordi i tre giudici sul 96-94 per la somala. Anche se sul ring non è mancato il sangue, sgorgato dalle ferite subite dal messicano Isaia Lucero (16-2), scelto per affrontare Souleymane Cissokho (17), 32 anni, francese nato in Senegal, colonna per un decennio nella nazionale transalpina, bronzo ai Giochi di Rio 2016. Pro dal 2017, crescita molto misurata, nonostante il potenziale notevole, la sfida non è stata certo drammatica. Nell’occasione difendeva il Silver WBC superwelter, mantenuto senza alcuna fatica di fronte ad un rivale nettamente inferiore, contato al secondo round e bersaglio facile per tutte le riprese. Match non bello, a volte scorretto, comprese le testate, che il messicano ha pagato caro, con diverse ferite. Una vittoria facile per Cissokho in attesa che il WBC lo proponga per il mondiale.                                                                                                                                         

A Zakopane in Polonia, il massimo leggero, Michal Cieslak (25-2), pro dal 2013, numero due WBO e sei IBF, alla prima difesa europea – aveva conquistato la cintura EBU il 24 aprile scorso contro il francese Dylon Bregeon (13-4-1) messo KO al quarto round in Polonia - stoppa di forza (kot 7°), l'irlandese Tommy McCarthy (20-5). Adesso spera in una nuova opportunità iridata, dopo due tentativi falliti. Nel 2020 dal sudafricano Ilunga Makabu (WBC) e nel 2022 e dall’inglese Lawrence Okolie (WBO). In cartellone Krzysztof Wlodarczyk (64-4-1) due volte avversario del nostro Giacobbe Fragomeni per il mondiale massimi leggeri. A 42 anni spera di centrare ancora qualche traguardo importante. Per cominciare ha mandato nel mondo dei sogni il colombiano residente in Spagna, Edwin Mosquera (10-3-2), in meno di due minuti. Vince anche Kamil Szeremeta (25-2-1), 34 anni, pro dal 2012, ex campione europeo dei medi, titolo conquistato nel febbraio 2018 a Roma, battendo il sardo Alessandro Goddi (37-5-1), sostituendo Blandamura, che l’aveva lasciato per tentare il mondiale WBC. Il 18 dicembre 2020 a Hollywood (USA) Kamil affronta il kazako Gennady Golovkin (42-2-1), 41 anni, pro dal 2006, attivo fino al 2022, per le cinture IBF e IBO, subendo una dura punizione, contato quattro volte prima della resa al settimo round. A Zakopane ha battuto il panamense Omir Rodriguez (13-12-1).  A Mézières in Francia, il locale Walid Ouizza (18-2) conserva la cintura Silver EBU superleggeri contro l’italiano Charlemagne Metonyekpon (13-1) con un verdetto casalingo (115-114, 116-112, 114-114). Il nostro pugile si è battuto alla pari e tra i due qualcosa in più aveva fatto l’italiano. Purtroppo il fattore campo ha prevalso sulla realtà vista sul ring. Dopo quello dei superleggeri (Petitiean), supermedi (Sadjo) e mediomassimi (Dos Santos), a Laval grazie al successo del welter Jordy Weiss (31-0-1) sull’albanese residente in Belgio, Meriton Karaxha (39-8-42), la Francia mette in carniere il quarto alloro continentale. Per la cronaca, l’albanese ha sostituito all’ultimo momento lo spagnolo Jon Miguez (17-0-1), bloccato per l’ernia al disco, che in precedenza aveva imposto al francese il pari, in palio l’europeo vacante. L’organizzatore Gerard Teysseron, ha voluto andare sul sicuro, proponendo e ottenendo l’ok dell’EBU, quale sostituto l’albanese Karaxha, che un anno prima sempre a Laval, era stato battuto largamente. Per la cronaca, dal Belgio, lo sfidante ha raggiunto Laval un giorno prima del match, costretto alla sauna, per rientrare nel peso. Sul ring non era certo nelle condizioni migliori.                                                 

Si chiama Alessandro Trabucco, ha 29 anni ed è nato in Congo, risiede ad Hainaut in Belgio. Ha debuttato da pro nel 2022, vincendo i primi sei incontri, buona base tecnica, risulta italiano di nazionalità. Lo guida Filiep Tempere, che ha nella sua colonia Delfine Persoon (45-3), 38 anni, già regina europea (2011-2013) e mondiale leggeri dal 2014 al 2019. Stoppata dall’irlandese Katie Taylor dopo due sfide molto più equilibrate di quanto decisero i giudici. Lungi dalla resa, ha ripreso alla grande puntando addirittura ai Giochi di Parigi.                                                                                                                       

Il romano Mirko Natalizi  (13-1), dopo la scelta (sbagliata nei tempi) di prendere parte ai Giochi di Parigi, staccandosi dalla OPI 82, che l’aveva lanciato verso ambiziosi traguardi, è tornato all’ovile. A dicembre lo rivedremo combattere, dopo la sconfitta del 7 ottobre in Germania, contro l’armeno Haro Matevosyn (18) per l’Intercontinentale IBF superwelter.

Per uno che rientra, un altro che emigra negli USA. Si tratta di Giovanni Sarchioto (8) il medio romano di 26 anni, ottima carriera da dilettante, lanciato sempre dalla OPI 82, che ha deciso di tentare il salto di qualità negli USA, affidandosi alla Top Rank di Bob Arum. Debutto previsto il 16 novembre a Las Vegas nell’Arena T-Mobile, contro il brasiliano Lucas de Abreu (14-4), 30 anni, pro dal 2016, proviene da tre sconfitte, ma ha un destro soporifero che l’italiano deve evitare. Debutta in una riunione imperniata su due mondiali di alta qualità. L’imbattuto Shakur Stevenson (20), purosangue bizzoso e talentuoso, argento ai Giochi 2016, ma avrebbe meritato l’oro, pro dal 2017, 26 anni, già iridato piuma WBO (2019), superpiuma WBC e WBO (2021-22), tenta con ottime possibilità di conquista, il titolo leggeri WBC vacante, affrontando il mancino dominicano Edwin Los Santos (16-1), 24 anni, pro dal 2018, nettamente sfavorito. L’altro mondiale riguarda il messicano Emanuel Navarrete (38-1), 28 anni, pro dal 2012, titolare WBO superpiuma, sfidato dal brasiliano Robson Conceicao (17-2), oro a Rio 2016, al terzo tentativo iridato. Falliti i precedenti contro Oscar Valdez (2021) e Stevenson (2022), ci riprova ma non sarà impresa facile. 

Sabato prossimo 11 novembre, all’Arena Thunder Studios di Long Beach zona Los Angeles, l’imbattuta romanina Stephanie Silva (8), 28 anni, affronta la più esperta messicana Irma Garcia (22-5-1), 42 anni, attiva dal 2010, militare di carriera con azioni sul campo, al terzo tentativo iridato, i primi due falliti in Argentina nel 2019 e 2022, in palio il mondiale IBF supermosca vacante. Nei prossimi giorni un ampio servizio su questo confronto che potrebbe riportare in Italia un mondiale femminile assente dal 2012, detenuto dalla grande Simona Galassi per la sigla WBC mosca.

Giuliano Orlando