Grande iniziativa de La Rocca di Martinengo: una delle aziende tessili e di moda più riconosciute del panorama lombardo ha deciso di riorganizzare il lavoro per la produzione di mascherine, bene diventato di prima necessità purtroppo per via del diffondersi dell'epidemia Coronavirus. Un grande gesto di solidarietà, a maggior ragione se si considera che proprio Bergamo sta vivendo i giorni più difficili. Le mascherine non sono ancora certificate - si attende il responso del Politecnico di Milano - ma verranno in ogni caso distribuite ad uso civile con materiale impermeabile, garantito dal professionista del confezionamento (si ricordi la tuta ipertecnica per Nirmal Purja, alpista nepalese che ha scalato le 14 vette più alte del mondo in 7 mesi).
La Rocca prevedeva di produrre circa 4000 mascherine al giorno (in realtà sono arrivati ad 8500!), che verranno appunto consegnate ai più bisognosi dalla Protezione Civile, con cui c'è un collegamento stretto sin dall'inizio della pandemia. La speranza del titolare, Flavio Forlani, è di avviare poi una seconda produzione a partire dalla prossima settimana per riuscire a produrre anche camici e tute per i sanitari.
Flavio Forlani, titolare dell'azienda, ha raccontato a Datasport come è nata l'idea:
"L'iniziativa è nata per rispondere ad una necessità, la situazione è sotto gli occhi di tutti e anche le Istituzioni sono in difficoltà. Noi avevamo ritenuto opportuno chiudere due settimane prima, ma poi abbiamo pensato di riorganizzare la produzione e fare mascherine. L'abbiamo proposto ai nostri dipendenti che hanno risposto in maniera positiva. Avevamo il materiale per farle visto che i tessuti che utilizziamo per moda e abbigliamento invernali sono sintetici, idrorepellenti e laminati, il che impedisce il passaggio del droplet".
USO CIVILE - "Le mascherine sono consegnate al Comune e alla Protezione Civile che poi si fanno carico della consegna ai cittadini. Il tessuto che utilizziamo per le mascherine le rende lavabili e adoperabili anche 8/10 volte. Mettendole semplicemente in lavatrice a 60° o anche nei forni, la carica virale viene abbattuta".
RICHIESTA ANCHE DI CAMICI - "Ci sono arrivate tante richieste, la situazione è difficile e non la si tocca con mano se non la si vive in prima persona. Domani (lunedì, ndr) riceveremo materiale certificato per poi riogranizzare la filiera nella produzione di camici monouso".
IMPEGNO E CONSIGLI - "Il nostro è un impegno forte dal punto di vista aziendale e siamo riusciti a fare 8500 mascherine al giorno. Un consiglio per chi volesse farle da sè? E' fondamentale che si utilizzino tessuti non idrofili perché qualsiasi filo (es. cotone) lo è e in questo caso il droplet non avrebbe alcun ostacolo a passare e così la diffusione del virus. Bisogna stare attenti, altrimenti il rischio è doppio: pensare di essere al sicuro e in realtà l'esposizione al contagio rischia di essere più alta".