La magia del ciclismo, quando tutto sembrava scritto con quei 23” interminabili e dannati, che ti fanno pensare, riflettere ed imprecare, succede l’impossibile, l’imponderabile. Un problema meccanico, poteva essere fatale, che poteva pregiudicare la vittoria finale del Giro d’Italia. Cronometro alla mano sono stati persi 23” e sarebbe stato troppo triste un finale di tappa deciso in questo modo. Dopo tre settimane di sforzi, di sfide e di emozioni, un salto di catena che ti poteva togliere la gioia della vittoria. Sono attimi di tensione e di paura ma anche di adrelanina pura, accompagnati da una cornice di pubblico spettacolare. Sono quei momenti che pensi che tutto è perduto e rimani a bocca aperta. Incredulità, stupore perchè il ciclista riparte come se non fosse successo niente. Si tifa per lo spettacolo, non tanto per il singolo. Chi arriva al traguardo sono tutti vincitori, ma di solito dovrebbe vincere il migliore,il più forte. Il migliore, Primoz Roglic è ripartito, con slancio e fluidità. L’avversario degno di questo nome, Geraint Thomas, soffre le pendenze, rimane inchiodato. Deve gestire un vantaggio di 26” che ha accumulato nel corso di 19° tappe. Finale da cardiopalma, finale da grande ciclismo. Primoz Roglic, fra il tripudio della sua gente slovena accorsa in massa sulle strade del Friuli, regala una delle pagine più belle. Vince con 40” di vantaggio, conquista tappa e maglia rosa. Il vantaggio in classifica generale dopo la cronoscalata è di solo 14”, su un grande Thomas, 37enne gallese, che ha sfiorato e accarezzato la vittoria. Domenica 28 maggio, passarella finale, il Giro sembra assegnato, ma ancora non è scritta la parola fine. Dopo 3 Vuelta, lo sloveno, potrebbe vincere il suo primo Giro d’Italia, lo fa in una cronoscalata, la Tarvisio- Monte Lussari, una corsa contro il tempo, quel tempo che una volta al Tour de France gli fu fatale, alla Planche des Belles Filles. Corsi e ricorsi storici, come la ruota di una bicicletta, che per 3 settimane ha entusiasmato gli appassionati di ciclismo. Sul podio finisce il portoghese Almeyda che precede il nostro italiano Damiano Caruso. Thibaut Pinot conclude al 5° posto indossando la maglia azzurra di miglior scalatore. Che corsa e che ribaltone in questo 106° Giro d’Italia, di meglio non si poteva chiedere.
Classifica di tappa, Tarvisio-Monte Lussari, cronoscalata km 18.6
1° ROGLIC 44'23''
2° THOMAS +40''
3° ALMEIDA +42''
4° CARUSO +55''
5° PINOT +59''
LA NUOVA CLASSIFICA GENERALE
1) Primož Roglič (Jumbo-Visma) maglia rosa
2) Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) +14"
3) João Gonçalves Almeida (UAE Team Emirates) +1'15"
4) Damiano Caruso (Bahrain Victorious) +4'40"
5) Thibaut Pinot (EF Education-EasyPost) +5'53"
A cura di Marco Foianesi