Big match domenica sera all'Olimpico tra la Roma, ancora al palo dopo la sconfitta a tavolino con il Verona, e la Juventus, che invece è partita subito bene.
Dal clamoroso 0-3 a tavolino col Verona alla doppia trattativa saltata con Napoli e Juventus che coinvolgeva Milik e Dzeko. E' successo di tutto alla Roma in questa settimana, che porta alla sfida dell'Olimpico contro gli stessi bianconeri. Si avvicina con un clima molto teso la formazione giallorossa, sul cui morale pesa un errore che specialmente a questi livelli è inaccettabile. Perdere a tavolino per una svista nella compilazione della lista dei convocati è roba da dilettanti e non è tanto per il punto perso, che era stato conquistato sul campo al Bentegodi, ma per il danno di immagine proprio all'alba di una stagione che parte con più di un interrogativo, a partire forse proprio dal Mister, Paulo Fonseca, la cui posizione non appare così salda e potrebbe diventare seriamente a rischio in caso di ulteriore sconfitta con la Juve. L'unica buona notizia è la permanenza di Edin Dzeko, rimasto nella Capitale per la terza volta quando il trasferimento sembrava ormai cosa fatta, dopo i precedenti con Chelsea e Inter.
Ha virato su Alvaro Morata la Juventus, preferendo andare sull'usato sicuro. Proprio in maglia bianconera il bomber spagnolo ha disputato, tra il 2014 e il 2016, le sue stagioni migliori, quando era ancora giovanissimo. Poi non gli è riuscito il definitivo salto di qualità nelle successive avventure al Real Madrid, al Chelsea e all'Atletico Madrid. La formula abbastanza impegnativa, 10 milioni di prestito replicabile per un altro anno e il diritto di riscatto per una cifra complessiva di 55 milioni, indica che la Juve crede fortemente in lui. Morata dovrà farsi spazio tra, o con, Ronaldo, Dybala e Kulusevski, con lo svedese che ha subito esordito alla grande segnando il gran gol che ha sbloccato la partita con la Sampdoria, lasciando subito intendere che non sarà facile portargli via la maglia da titolare. Le alternative adesso non mancano a Pirlo, il cui debutto da allenatore sulla panchina più ambita d'Italia non è stato affatto male.