"Oggi si parla del Catania, non del futuro di Luis Enrique. Si parla del futuro della squadra, che è ancora in corsa per l'Europa. Entrare nelle Coppe è importante: un allenatore e una squadra si giudicano in base ai risultati". Luis Enrique non scioglie i dubbi sul suo futuro. A due giornate dalla fine del campionato, la priorità è cercare di vincere le partite restanti per centrare l'obiettivo Europa. Per quanto riguarda il futuro della panchina della Roma e di Luis Enrique, se ne riparlerà con la società.
"Non so se andrò via - dichiara il tecnico in conferenza stampa -. Il mio futuro ora non è importante, non interessa nemmeno a me. L'incontro con la società a fine stagione sarà importante. Io non chiedo nulla, sanno quali sono le mie idee. Le voci su altri tecnici non mi danno assolutamente fastidio. E non danno fastidio alla squadra, i giocatori sanno che devono dare il massimo fino alla fine".
"Quando ho deciso di venire qui, non sapevo con certezza cosa aspettarmi - prosegue -. La prima cosa che ho sentito dai tifosi è 'falli correre' e 'fuori le palle'. All'inizio non avevo capito bene cosa volesse dire, poi ho capito. Con i giocatori abbiamo raggiunto un accordo: se lascio fuori Curci, non succede niente. Se lascio fuori Totti o De Rossi, succede il finimondo. Ho scelto la strada più giusta, privilegiando gli interessi della squadra e penalizzando quelli dell'allenatore".
"Contro il Catania giochiamo l'ultima partita in casa, mi aspetto un comportamento perfetto del nostro pubblico. Montella? Non è solo l'idolo dei tifosi, è anche il mio idolo. Non c'è nessun confronto con lui - conclude - gli auguro un grandissimo futuro".