Roma, Totti: "Italia, riparti da Montella ct. Con me Insigne titolare"

Pubblicato il 30 novembre 2017 alle 09:31:48
Categoria: Serie A
Autore: Piergiuseppe Pinto

Da pochi mesi non è più un giocatore della Roma, ma Francesco Totti è legato indissolubilmente al club giallorosso, di cui ora è dirigente. In una lunga intervista al Corriere della Sera, l'ex capitano ha affrontato vari argomenti, tra cui la Nazionale: "Con me Insigne avrebbe giocato dal primo minuto. In Federazione serve gente come Tommasi, con Montella nuovo ct". E sullo scudetto: "Se non alla Juve, preferisco al Napoli, ma non all'Inter".
Dal 28 maggio, giorno del suo ritiro ufficiale dal calcio, è iniziata una nuova vita per Francesco Totti. L'ex capitano della Roma si racconta al Corriere della Sera: "E' cambiato tutto: la vita, la testa, il fisico. Prima mi svegliavo presto per allenarmi, adesso c'è una giornata da programmare. Non è stato semplice, volevo godermi i figli, in modo da partire riposato per questo nuovo percorso. Non potevo non restare nel mondo del calcio: per me è tutto, lavorerò sempre qui, ne sono convinto. Posso restare a contatto con l'allenatore e gli altri dirigenti. Io so come trattare i giocatori, conosco i momenti, le dinamiche dello spogliatoio, le parole, gli sguardi. Ci torno, l'unica differenza è che non mi spoglio". Una vita diversa, quella in tribuna e non in campo: "Bisogna abituarsi, all'inizio parlavo da solo, poi ho capito. Si soffre di più lontano dal campo, perché anche in panchina sai di poter entrare. Sugli spalti si sentono cose incredibili, sono tutti allenatori".
Inevitabile non ritornare sul suo ritiro del 28 maggio scorso: "Non me lo aspettavo così - ammette Totti - è stato molto emozionante. Sembravo un fratello per tutti, non solo un capitano. Quel giorno, a nessuno importava del risultato. Sembra quasi strano per me dirlo, dato che per me la Roma viene prima di tutto. Sarei potuto andare al Real Madrid, ma mai con un'altra maglia in Italia. Ho scelto con il cuore, e non me ne sono mai pentito. Non ho rimproverato nulla a Spalletti: avrei voluto giocre di più, ma ho sempre accettato le sue decisioni, è l'allenatore a scegliere. Mi hanno chiamato dagli Emirati e dagli Stati Uniti, ma ho ancora scelto la Roma. All'inizio ho avuto problemi anche con Pallotta, ma poi abbiamo messo tutto da parte per lottare per una causa comune". In campo, ora, la fascia è di Daniele De Rossi, protagonista in negativo del match con il Genoa: "Sono gesti istintivi che in campo succedono, lui è il primo ad essere dispiaciuto, bisogna stargli vicino e basta, anche io ne ho fatte di cose così, e con il Var avrebbero visto tutto, anche il calcio a Balotelli, una delle cose più brutte che ho fatto. Di Francesco è aperto al dialogo, ma è tosto e dice quello che pensa: siamo tutti contenti con lui".
Spazio, poi, al capitolo Nazionale: "Assurdo pensare che a giugno accenderò la tv e non ci sarà l'Italia ai Mondiali, non mi aspettavo questo dramma calcistico. Con me, Insigne avrebbe giocato dal primo minuto, lui può sempre risolvere la partita in qualsiasi momento. In Federazione serve gente come Damiano Tommasi, e non solo perché è mio amico, ma perché è competente: con lui, all'estero, fai bella figura, perché è giovane, trasparente e pulito. E in panchina ci metto Montella, così rifaccio la Roma dello Scudetto". E proprio sul titolo, Totti è ben schierato: "Magari a Torino sono stanchi di festeggiare. Il Napoli è la squadra più bella di tutte, sarebbe bello se la situazione cambiasse. Tifo per un pareggio al San Paolo, così perdono punti, ma per lo scudetto, se non andasse alla Roma, spero proprio negli azzurri. Basta che non lo vinca l'Inter".