Pazienza, all'ormai ex ct della Nazionale di rugby resterà comunque la soddisfazione di una grande esperienza: “E' stata una grande esperienza umana e professionale - dice Brunel -, ringrazio la Federazione per avermi da to questa possibilità e per avermi sostenuto in queste cinque stagioni. Volevamo dare a questa Nazionale un equilibrio nel gioco e l'ambizion e di sfidare ogni avve rsario: non sempre abbiamo giocato il rug by che avremmo voluto, ma lascio un'Italia con la voglia di scendere in campo per imporre sempre qualcosa nei confronti della squadra che ha di fronte". "Un vecchio giocatore - chiude Brunel - una volta mi ha detto che il rugby è uno sport dove c'è un pallone e ci sono gli uomini: quando non c'è più il pallone, rimangono gli uomini. Porterò sempre con me il ricordo del rugby italiano e delle persone che sono state al mio fianco in questa avventura".
Insieme al CT, conclude la propria esperienza al fianco della Federazione Italiana Rugby anche Philippe Berot che, dal maggio 2012 ad oggi, ha ricoperto il ruolo di assistente allenatore dei trequarti. "Ho sempre avuto rispetto e stima per Jacques Brunel, come tecnico e come persona - ha dichiarato il presidente federale Alfredo Gavazzi -. Insiem e, in questi anni, abbiamo attraversato momenti entusiasmanti come le due vittorie nel 2013 o il successo di M urrayfield dell’anno scorso e periodi più complessi. J acques ha semp r e svolto il proprio ruolo con professionalità ed entusiasmo, nell'interesse del rugby italiano".
"Sotto la sua guida - ha concluso il presidente federale - hanno debuttato in azzurro 43 giocatori e sono state poste le basi per un ricambio generazionale. A nome di tutto il rugby italiano voglio ringraziare Brunel e Philippe Berot per il lavoro svolto. Auguriamo ad entrambi i migliori successi per le loro nuove sfide professionali".