Sabato a Las Vegas Vianello-Torrez da brividi
L’attività in Italia: Morejon cubano d’Italia, alla conquista del Mediterraneo e altri appuntamenti.
di Giuliano Orlando
E’ arrivato il tempo del confronto che ti può cambiare la vita in guantoni. Guido Vianello, gigante romano di bell’aspetto, rubato al tennis, disciplina verso la quale sembrava indirizzato in tenera età, sabato notte sul ring del Palms Casino Resort a Las Vegas gioca la carta più importante della carriera. A renderla nulla ci prova un californiano di Tulare, Richard Torrez jr., 25 anni, folta capigliatura, baffetti curati, l’ultimo esponente di una famiglia originaria di Fresnillo in Messico, col pugilato nel sangue. Nonno Juan fu un buon dilettante, che emigrò negli USA nel 1920 e insegnò la boxe al figlio Richard, ottimo combattente, sfiorando il sogno di vestire la maglia degli USA ai Giochi del 1984. Da anni dirige una palestra molto frequentata dove il figlio Richard r. è entrato giovanissimo. Gli aromi del ring sono un profumo abituale, dividendo il tempo tra libri e boxe, dimostrandosi ottimo su entrambi i fronti. Sale sul ring il 5 febbraio 2010, ancora undicenne e perde dal coetaneo Jose Bures del Tennesse. Prosegue alternando vittorie e sconfitte fino al 2015, quando inizia a distinguersi, conquistare il titolo jr. Nel 2016, il salto di qualità, campione youth USA. Ai mondiali di categoria a Pietroburgo coglie il bronzo, battendo anche il nostro Abbes Mouhiidine.
Lo ferma l’australiano Justis Huni. Approda in Europa e ottiene successi importanti in Germania e Bulgaria, In patria non ha rivali tra i massimi. Nell’aprile 2019 ai Panamericani di Managua (Nicaragua), si ferma al bronzo, battuto dal colombiano Cristian Salsedo per WO, (problemi alla mano sinistra), che perde nettamente la finale contro il cubano Dainier Pero. Gli stessi protagonisti si ritrovano in luglio a Lima (Perù) per l’altra edizione dei Panamericani dove Torrez si ferma ancora al bronzo, dopo tre round combattuti ed equilibrati contro Dainier Pero. I giudici premiano il caraibico 3-2, che fa il bis, ancora ai danni di Salsedo. A settembre sempre nel 2019, l’appuntamento mondiale è a Ekaterinburg città russa negli Urali, oltre un milione e mezzo di abitanti. Torrez, vent’anni, è il più giovane della squadra americana. Debutta battendo l’indiano Satish e poi il croato Milun KO in meno di 2 minuti. Approda ai quarti e incrocia l’uzbeko Bakhodir Jalolov, professionista dal 2018, con 8 incontri tutti vinti per ko. Risiede a New York, diretto Vadim Kornilov, un russo residente in California, che inizialmente lo affida ai Duva. Nel 2016 Jalolov aveva preso parte ai Giochi di Rio, battuto dall’inglese Joyce nei quarti. Nel 2017 ad Amburgo in Germania esce sempre nei quarti ad opera del kazako Kunkabayev con un 3-2 che forse gli fa torto. Jalolov è un gigante di 2.01, che sovrasta Torrez di 15 cm.
L’americano cerca di evitare lo scontro, muovendosi molto, ma sul finire del secondo round, su un attacco andato a vuoto, viene incrociato dal sinistro devastante del mancino uzbeko ed è un KO drammatico. Mentre Jalolov si trasferisce in California e continua a vincere, interrompendo l’attività per partecipare alle selezioni in vista dei Giochi di Tokyo, Torrez torna nella sua Tulare e riprende l’attività in maglietta. Partecipa e vince diversi appuntamenti in Europa e si presenta ai Giochi di Tokyo nel 2021, arrivando in finale, dove ritrova Jalolov, che nel frattempo ha incentivato l’attività da dilettante, pur risiedendo a Indio in California e allenandosi negli USA. Stavolta Torrez perde ai punti, anche se nel secondo round subisce un conteggio. La finale di Tokyo dell’8 agosto 2021, conclude la carriera di Torrez jr. in maglietta con un bilancio di 52 vittorie e otto sconfitte. Debutta pro il 3 aprile 2022 alla soglia dei 23 anni, battendo lo stagionato Alle Melson, messo KO al secondo assalto. Seguono altri undici collaudatori che subiscono la stessa sorte, anche se Joey Dawejko (28-13-4), brevilineo di 34 anni, pro dal 2009, alla Desert Diamond Arena di Glendale, in Arizona, il 20 settembre 2024, per evitare il KO, espelle il paradenti più volte e l’arbitro lo squalifica al quinto round. L’ultimo match prima della sfida con Guido Vianello, l’ha vinto contro il messicano Issac Munoz Gutierres (18-2-1), 32 anni, pro dal 2011, a Phoenix il 7 dicembre scorso, per KO al terzo. Mantenendo la cintura Nordamericana Junior dei massimi. In alternativa alla carriera sul ring, Torrez dopo la School Elementary a Tulare, nel 2017 si diploma alla Mission Oak Higt School e tiene il discorso di commiato quale migliore allievo. Con altri compagni sviluppa un carburante per dare maggiore impulso ai razzi da lanciare. Col pericolo di far saltare il laboratorio. Prendendo esempio dal grande campione ucraino Vasyl Lomachenko, prende lezioni di ballo. “Ho seguito il suo esempio e imparando la danza ho migliorato il gioco di gambe sul ring”. Da ballerino ha interpretato la parte di Gaston in teatro della fiaba “La bella e la bestia”.
Prima di trattare la preparazione di Vianello, apro una parentesi a mio parere importante di una normativa che riguarda l’opportunità nel pugilato di prendere parte ai Giochi olimpici anche ai professionisti. Non un obbligo, ma la possibilità, che l’allora AIBA ha reso esecutiva al congresso del 2014. Personalmente l’ho trovata assurda e punitiva per i dilettanti. Nell’occasione Franco Falcinelli risultò favorevole, anche se recentemente ammise che è stata una decisione sbagliata. Il motivo principale è che i dilettanti non hanno sigle alternative per vincere i mondiali e i Giochi sono nati per premiarli. L’esempio più calzante riguarda il gigante uzbeko Bakhodir, professionista dal 2018, che ha vinto due mondiali e due olimpiadi, togliendo ai dilettanti l’opportunità di conquistare l’oro più ambito. L’uzbeko, che risiede a Indio in California, ha modo di allenarsi con professionisti importanti, crearsi un record che lo proietta verso i topo ten e arrivare alle sfide mondiali, visto che le sigle importanti sono diverse. Nel 2021 a Tokyo, ha tolto proprio a Torrez questa opportunità, concedendosi il bis a Parigi, forte di una preparazione e di una superiorità atletica e di esperienza. Ne fanno fede il record da dilettante di 109 vittorie e 15 sconfitte dal 2012 a oggi, oltre a 14 KO da pro, iniziati nel 2018. Nel 2024 con i Giochi di Parigi ha svolto attività in maglietta vincendo tornei e altro. In attesa di preparare Los Angeles, impingua il record da pro. Nella stessa serata di Las Vegas, l’asiatico torna a combattere ad Astana in Kazakistan, affrontando l’ucraino non più verde Imor Shevadzutskyi (12-2), 34 anni, residente in Germania, battuto dal bulgaro Kubrat Pulev e da Martin Bakole. Sarebbe un bel segnale di discontinuità se la Wolrd Boxing, prendesse in esame la situazione e cambiasse una norma scellerata.
Eccomi al nostro alfiere, allievo del maestro Simone d’Alessandri. La preparazione è iniziata da gennaio, quando è stato invitato col suo maestro a collaborare con Joseph Parker il neozelandese che avrebbe dovuto sfidare il londinese Daniel Dubois (22-2) titolare della cintura IBF il 22 febbraio a Ryad negli Emirati Arabi. Sfida saltata per un problema di Dubois. Ricorda Simone D’Alessandri: “Accettammo l’offerta, dopo l’importante vittoria ottenuta da Guido a Quebec City in Canada nell’agosto 2024, battendo prima del limite il gigantesco russo Makhmudov (19-2), non avendo in Italia sparring in grado di impegnare il pugile”. Nel frattempo Bob Arum stava progettando l’impegno successivo. Concordato a metà febbraio. “Non abbiamo sottovalutato il valore di Torrez, ma siamo convinti che Guido sia maturato in modo giusto e abbia compiuto il salto di qualità. Posso assicurarti che il nostro avversario lo abbiamo studiato in ogni dettaglio. L’ultimo stage lo abbiamo sostenuto a Las Vegas, dove ho portato oltre a Guido, Stephanie Silva, Alessia Mesiano e Francesco Spanu, un giovane decisamente promettente”.
Dove vi siete allenati?
“Vista la lunga esperienza negli USA e a Las Vegas in particolare, abbiamo potuto usufruire di vari gym, compreso quello di Mayweather, col quale sono in contatto da alcuni anni e che ci ha messo a disposizione la sua mega palestra. Come sparring per Guido, ho potuto usufruire di alcuni massimi molto simili allo stile anomalo di Torrez. In particolare quello preferito, è stato il giovane cubano Dainier Pero (10) 25 anni, pro dal 2022, che risiede a Miami in Florida, col fratello maggiore Lenier (11), 32 anni, pro dal 2019, che Guido affrontò ai Giochi di Rio. A noi Dainier è stato utilissimo, visto che Torrez lo ha affrontato due volte, con una vittoria a testa”.
Ho chiesto a Guido come affronta l’esame più difficile della carriera?
“Mai come in questa occasione salgo sul ring consapevole di poter vincere. Ho fatto la giusta esperienza in questi anni negli USA, dove gli allenamenti sono molto impegnativi ma ti fanno crescere. Debbo dire grazie a Simone, che mi ha guidato in modo graduale verso l’alto della categoria. La sfida vinta contro Makhmudov, col quale avevo un conto in sospeso e ho saldato al meglio è stato un segnale decisivo. Nel marzo 2015 a Milano, venni dichiarato sconfitto al quarto round per ferita, in piena rimonta, dopo un avvio difficile. Quel verdetto non lo avevo mai digerito. A distanza di nove anni ho saldato il conto. Non sottovaluto Torrez, che ha una boxe difficile, anomala, molto piegato in avanti. Non debbo farlo avvicinare troppo, perché ha colpi veloci e precisi. Debbo lavorare bene di gambe e sfruttare il maggiore allungo. Ritengo sia un esame alla mia portata”.
La serata allestita dalla Top Rank di Bob Arum, che guida entrambi i contendenti, comprende altri confronti e la sfida principale che ci riguarda, dovrebbe svolgersi attorno alle 4 di notte di domenica mattina. Fiduciosi che il nostro campione compia un passo importante verso il sogno iridato.
Il mio amico Alberto Frati, che farà anche la telecronaca dell’incontro, mi assicura che Angelo Morejon, gigante cubano di 29 anni, residente ad Alto Reno Terme, sulle alture bolognesi da parecchi anni, è pronto per conquistare il titolo italiano. Il resto, ovvero il traguardo europeo, è una questione di nazionalità. Se ottiene quella tricolore, a stretto giro di posta in palio, scriverà l’autografo sull’impresa. L’ottimismo di Alberto ci può stare, anche se tra i giganti, l’esplosione in avvio non sempre corrisponde nel centrare successivamente il bersaglio auspicato. Al momento il baldo colosso caraibico pro dal 2023, ha messo nella sua feretra 7 successi, sei dei quali nel segno del KO, che è un bel vincere. Ha combattuto esclusivamente nei confini di casa nostra e nell’ultimo match a Castelfranco Veneto, di fronte al bosniaco Kenan Hanialic (4-1) ha concluso ai punti sui sei round. Il giovanotto (27 anni) nato in Germania, residente a Skopie, si è dimostrato un bel test, replicando per buona parte del match. Poi ha cercato di evitare danni per finire ai punti. Sul ring di Valeggio sul Mincio nel veronese, il cubano è chiamato al confronto più difficile della breve carriera. L’avversario arriva dalla Francia, si chiama David Spilmont, ha 34 anni, pro dal 2013, campione nazionale in carica, dopo un paio di tentativi falliti. Ha perso otto volte, tre prima del limite.
Non ha mascella d’acciaio, ma nel contempo picchia sodo, come attestano gli 11 ko su sedici successi e quelli del mestiere affermano che la potenza è l’arma che resiste più a lungo. Ragion per cui Angelo dovrà boxare con giudizio, per non correre rischi. La posta vale il Mediterraneo WBC, approdo ideale per veleggiare verso lidi più importanti. Torna sul ring il massimo Dmytro Tonyshev (3) contro il bosniaco Demir Gulamic (8-10-2), pro dal 2019 a 17 anni, attivissimo in Inghilterra, due volte in Italia, battuto per KO da Alfonso Damiani e Nicola Ciriani. Contro l’ucraino nazionalizzato italiano, potrebbe cavarsela ai punti. Il superwelter Mohamed Graich (11-3), 29 anni, pro dal 2019, marocchino abitante a Verona da anni, dopo il fallito tentativo tricolore contro Schininà nello scorso giugno, sta cercando di poter riprovare. Dopo lo stop, ha vinto gli ultimi tre incontri e vorrebbe centrare il poker vincente contro il colombiano Fernando Mosquera (7-28), 31 anni, residente in Spagna, combatte in Inghilterra e in Italia con frequenza. Perditore dignitoso. La plurititolata da dilettante, Bianca Maria Tessari (2) prova a ripetere lo stesso percorso da pro. L’avversaria Paola Cappucci, toscana di Prato ha iniziato bene con tre vittorie, peccato che la decisione del passaggio nel 2023, sia avvenuto quando aveva già 41 anni. “Ci volevo provare – ha detto – dopo aver messo a posto ogni cosa. Conosco il percorso della Tessari e non avendo nulla da perdere darò il meglio”. Il welter Kouadio Ted Doria Yao (2), 24 anni, vicentino, trova il campano Francesco Mignone (3-1) 22 anni di Ariano Irpino. Match dall’esito incerto.
A Grugliasco (To) Superwelter: Andrea Mingione (2) c. Mihhail Burlac (3.8.1) 6 t. A Roma, l’ex europeo Alessio Lorusso (27-5-2) torna nei piuma e affronta sugli otto round il venezuelano Maikol Beaumont (19-7-1), pro dal 2013, elemento da non sottovalutare, anche se a 34 anni, dovrebbe essere nella fase colante. Superwelter: Mario Giovanni Zolli (3-7) vs Diego Gravagno (4-1). A Celano in Abruzzo, l’imbattuto superleggero locale Matteo Di Giulio (8) sfidato da Fabio Cavallucci (2-3-1) sui sei round. A Seregno (Mi) i medi Valerio Mantovani (4) beniamino della zona, contro Neder Triki (1-2) e Roner Alcantara Viola (5-1) contro Giuseppe Fico (0-3), il supergallo ucraino Andrii Burlaka (1-1) residente a Busto Arsizio, trova l’ostico Aziz El Ghouiyal (3-26), 32 anni, pro dal 2021, nato in Marocco, italiano da anni a Brescia che, dopo una litania di sconfitte è andato in Colombia dove ha vinto due incontri. La supermosca milanese Beatrice Furlan (1) di 31 anni, testa la lecchese Francesca Corso al debutto, che di anni ne ha 40!
Giuliano Orlando