Sacchi attacca la Juventus: "Vince solo in patria, come il Rosenborg"

Pubblicato il 9 marzo 2016 alle 18:02:35
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

"La Juventus in Italia continua a dominare, ma anche il Rosenborg in Norvegia vince tutti gli anni lo Scudetto: quello che conta è la Champions League". Mazzata mica da ridere quella che Arrigo Sacchi riserva alla Vecchia Signora, accusata dall'ex ct di pensare esclusivamente al risultato. "Qui i bianconeri sono dieci anni avanti a tutti, ma il loro limite sono i verbi - afferma il tecnico intervistato da LaPresse -. Noi al Milan ne coniugavamo tre: vincere, convincere, divertire. La Juve ne coniuga uno: vincere. E' normale che poi in Europa faccia fatica".

Che i campioni d'Italia lo scorso anno siano arrivati in finale di Champions e che proprio il Roseborg nel 1996 eliminò dal massimo torneo continentale proprio il Milan di Sacchi, non viene preso in considerazione. Anzi, Sacchi prosegue nella sua critica ai campioni d'Italia mettendo nel mirino Max Allegri, col quale ha avuto alcuni accesi battibecchi in tv: "Io divido gli allenatori in tre categorie: i geni che mettono il gioco al centro del progetto, gli orecchianti che seguono la moda senza sapere un granché e quelli aggrappati al passato e ingessati a un solo sistema di gioco - spiega Sacchi -. Max è una via di mezzo tra le prime due: è un grande tattico, però non deve accontentarsi solo di vincere".

E nel primo insieme quindi chi ci va secondo l'ex allenatore del Milan? "Di Francesco, Spalletti, Sarri, Paulo Sousa, Giampaolo, tecnici che portano avanti un'idea di calcio diversa dal non prenderle - ammette -. Stiamo uscendo dalla dittatura tattica del primo non prenderle". Categoria a parte per Antonio Conte: "E' un autentico fenomeno, deve solo spogliarsi di una certa italianità - conclude, lanciando un consiglio all'allenatore della nazionale -. Ha idee chiare e talento, ma è ora che si tolga di dosso la paura. Basta giocare con la sindrome di Pollicino".