La Domenica della Serie A si apre con il lunch match tra Sampdoria e Inter, una partita sentita per il Biscione. Nella trionfale stagione dell'anno scorso, furono solo tre le sconfitte per la squadra di Conte, una proprio qui a Genova. Tre sono anche le vittorie consecutive obiettivo dei nerazzurri, la Samp cerca anzitutto di sbloccarsi in attacco
È stato un inizio di stagione movimentato in casa Sampdoria. Dopo il nono posto raggiunto l’anno scorso da Claudio Ranieri, Ferrero ha deciso di affidarsi a Roberto D’Aversa, artefice del doppio salto di categoria del Parma, terminato però con la retrocessione in B degli emiliani. Il tecnico di origini abruzzesi ha iniziato con un punto in due partite, più precisamente con una sconfitta casalinga, seppur con un solo gol di scarto contro il Milan, e un pareggio in quel di Reggio Emilia contro il Sassuolo, comunque un buon risultato. Il dato che deve far riflettere un allenatore dalla spiccata propensione offensiva come D'Aversa sono gli zero gol nei primi due match, solo il Venezia in A non è ancora andato a segno, se arrivassero a tre sarebbero un record negativo per la società. È anche vero che sul piano del mercato Ferrero ha regalato all'allenatore tre colpi importanti solo tra il penultimo e l'ultimo giorno del mercato, parliamo dei giovani Dragusin e Ihattaren, in prestito dalla Juve, e di Ciccio Caputo, proveniente da Sassuolo. Ricordiamo infine che l'Inter ha vinto sette degli ultimi otto scontri diretti tra le due squadre, ma il 2-1 di Marassi, citato in apertura, è il risultato più recente nel tempo: i due ex Candreva e Keita avevano punito i nerazzurri, in rete con De Vrij.
L’Inter in questo momento appare come una delle squadre più difficili da affrontare della Serie A. I nerazzurri hanno dimostrato di poter vincere e far bene anche senza le stelle della passata stagione, gli ormai grandi ex Hakimi e Lukaku. A supportare questa tesi, l’ottimo 4-0 contro il Genoa alla prima, in cui il biscione ha stupito per sicurezza in campo e dominio del gioco, e il 3-1 sul campo dell'Hellas Verona alla seconda, in cui si è sbloccato Lautaro e il carattere dei giocatori, in particolare del nuovo Correa, ha consentito di rimediare a dieci dalla fine alla papera di Handanovic. Grande merito di tutto ciò va a Simone Inzaghi, che sembra essere stato in grado di infondere ai suoi calciatori un'eccellente organizzazione di gioco e un'importante fiducia nei propri mezzi. L'attacco, il secondo migliore dell'anno scorso, ha già realizzato sette marcature, andando complessivamente in rete da ben ventuno partite consecutive. La preoccupazione principale per il tecnico piacentino è ovviamente il ritorno tardato dei giocatori impegnati in Sud America per le qualificazioni Mondiali, unito al delicato esordio con il Real Madrid in Champions mercoledì prossimo. Inzaghi deve soppesare bene tutti i fattori in campo per ottenere comunque i tre punti al Ferraris.