A 22 anni Giorgio Avola ha vinto in pochi mesi un oro europeo e un bronzo Mondiale. "Ci avrei messo la firma - commenta il fiorettista dopo la semifinale appena persa contro il compagno azzurro Valerio Aspromonte - ma un po' d'amarezza resta". Come non capirlo, questo ragazzo di Modica che sognava l'impresa nella sua Sicilia. D'altronde ci aveva preso gusto, dopo aver eliminato uno dopo l'altro tutti gli avversari che si è trovato di fronte al Palaghiaccio di Catania. Un pubblico magico, tutto dalla sua parte, capace però di applaudire anche il suo avversario. "Sono partiti diversi pulmini dalla mia città per venire a tifarmi qui. Ne sono onorato. Questo è un Mondiale però - continua Avola - e tifosi hanno dimostrato ampiamente di tifare Italia".
Un'Italia strepitosa che porta a casa, grazie ai ragazzi del fioretto, un triplete fantastico e altre tre medaglie (in tutto a questi Mondiali siamo già a otto quando devono ancora cominciare le gare a squadre). "Di solito erano le donne ha fare queste imprese, sono felice che siamo stati capaci di imitarle. Il merito - specifica il 22enne siciliano - è del ct Stefano Cerioni. Siamo una squadra fortissima".
Certo una volta giunto in finale Avola sognava l'impresa, combattendo fino all'ultimo secondo con Aspromonte, ma il romano è riuscito a mettere a segno una stoccata più di lui. "Oggi Valerio ha sicuramente meritato di vincere - ammette con estrema onestà lo sconfitto -. E' stato più forte. Io sono giovane, quest'anno è stato magico. E posso fare ancora di più". C'è da crederci.
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